giovedì 12 gennaio 2012

SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE E IL SACRO CUORE- quinta parte


Ecco la quinta parte degli estratti da "La meravigliosa storia di Margherita Maria Alacoque".
Da questo testo possiamo riconoscere che, una devozione, se ben praticata (soprattutto "vissuta interiormente") può infiammare anche altre anime di buona volontà....
Siamo dunque tutti invitati ad amare molto il Sacro Cuore, a curare bene la Sua festa, cercando di instillare anche in quanti ci sono vicini l'affetto al Cuore adorabile di Gesù!
Non solo: i nostri sforzi, per quanto piccoli...saranno abbondantemente ricompensati, come dimostra il felice esito dei lavori intrapresi nel monastero di Santa Margherita Maria!

Qui trovate il post precedente!

Buona lettura!





Il testamento

 Un giorno Margherita si sentì imporre dal cielo di fare al suo Sposo una completa donazione di tutto ciò che aveva e per scrivere il solenne atto fu scelta Madre Greyfié. 
Questa facendo le parti di notaio, l'ultimo giorno di dicembre dell'anno 1678, mise in iscritto che, in virtù del potere che aveva sopra Margherita Maria, con clausola irrevocabile e assoluta, offriva, dedicava e consacrava al sacro e adorabile Cuore di Gesù tutte le opere buone che Margherita Maria avrebbe potuto compiere nell'intera sua vita e che altri avesse compiuto per lei dopo la morte, affinché il medesimo sacro Cuore ne disponesse di sua libera volontà ed arbitrio in favore di coloro che voleva, vivi o defunti.


Suor Margherita Maria da parte sua dichiarava fermamente di spogliarsi di tutto, eccettuato il desiderio di voler essere per sempre unita al divin Cuore di Gesù e di amarlo solamente per amor di Lui stesso. 
Tanto la Madre che la suora apposero la loro firma a questo documento che riuscì di sommo gradimento al Signore.
Questi poi disse alla sua sposa che com'ella, per amor suo, aveva rinunziato ad ogni bene, così a sua volta Egli la voleva costituire erede del suo Cuore e di tutte le sue ricchezze. 



La festa del Sacro Cuore in noviziato


All'avvicinarsi del giorno stabilito da Gesù stesso, da consacrarsi al suo sacratissimo Cuore, nell'anno 1685 (era il 20 giugno), Margherita Maria tracciò, a penna, un'immagine del Cuore di Gesù. 
Le sue novizie da lei infervorate, si alzarono a mezzanotte, eressero un piccolo altare, ottenuto il permesso vi collocarono sopra quell'immagine e l'adornarono con devozione. 
Al mattino ciascuna di esse si consacrò e si offri al S. Cuore come sua proprietà. La loro maestra intanto proclamava beate loro, le prescelte dal Signore, per dare inizio alla devozione verso il divin Cuore. 
Tutto il giorno fu trascorso dalle novizie nell'onorare, lodare e benedire l'umilissimo e soavissimo Cuore di Gesù.

Quanta gioia provasse Margherita Maria a questo primo trionfo del Cuore di Gesù, è facile immaginarlo. Ma alla letizia tennero dietro dure reazioni.
Quando si venne a sapere nel resto del monastero ciò che era successo nel noviziato, non mancarono delle religiose che rimproverarono aspramente la serva di Dio e le sue discepole perché di propria iniziativa, dicevano, volevano imporre alle altre suore preghiere e devozioni inconsuete, il che era proibito dalle costituzioni.
Sorte queste contese, Madre Melin, per amor di concordia, vietò di fare in noviziato, davanti agli occhi delle altre religiose, alcunché di simile; in privato però rimaneva lecito alle novizie di praticare le loro devozioni.



Il «Ritiro Spirituale» del P. La Colombière

In breve però la situazione cambiò completamente. 
L'anno precedente era stato stampato a Lione il Ritiro Spirituale del Padre Claudio La Colombière.

Non molto dopo, il libro fu portato a Paray e letto in refettorio, con grande gusto e devozione di quelle suore. 
Tutte infatti avevano tanta stima del Padre che nessuna di esse aveva dubbio alcuno sul contenuto di quelle pagine.
Si giunse al brano nel quale si raccontava di una certa persona favorita da Dio con familiari comunicazioni e alla quale, mentre essa se ne stava in preghiera davanti al santissimo Sacramento, il Signore aveva chiesto di adoperarsi per stabilire la festa del suo santissimo Cuore, il nono giorno dopo la solennità del Corpus Domini. 
Questa stessa persona poi aveva trasmesso all'autore del Ritiro l'ordine di Dio.
Al racconto, le religiose compresero che tra le mura del loro monastero era accaduta qualcosa di soprannaturale e di divino e che la persona ornata di così eccelsi privilegi era suor Margherita Maria Alacoque.

Finita al refezione, durante la ricreazione, una delle consorelle non dubitò di farsi incontro a Margherita Maria e parlargliene apertamente. Essa, senza smentire le cose narrate nel Ritiro, nelle quali aveva avuto un ruolo principale, rispose che da ciò doveva trarre giusto motivo di amare la propria abiezione.



La festa del Sacro Cuore in monastero

A così gravi molestie seguirono grandi consolazioni. 
Essendo infatti imminente il giorno stabilito dal Signore per rendere onore al suo Cuore divino, proprio quella suor Maria Maddalena des Escures, che l'anno avanti si era rifiutata di recarsi in noviziato ad adorarvi il Cuore sacratissimo di Gesù, chiese alla serva di Dio un'immagine dello stesso divin Cuore e la collocò su un altarino, all'ingresso del coro delle religiose.

In quell'auspicatissimo giorno del 21 giugno 1686, le religiose, recandosi al coro, osservarono l'altarino e, meravigliate della novità, furono intimamente commosse e, mutati immediatamente gli animi, a gara adorarono il Cuore divino e lo glorificarono con ardente devozione. 
Si propose subito di far dipingere un quadro che rappresentasse quel santo mistero e ciascuna poteva chiedere del denaro ai propri congiunti per l'esecuzione.
Madre Melin, ispirata da Dio, pensò che prima di dipingere il quadro bisognava costruire una cappella per collocarvelo. 
Le «sorelle del piccolo abito» offrirono, per la costruzione, il denaro sottratto ai loro minuti piaceri. 
Mai come in quell'occasione fu deprecata la povertà del monastero. 
A tale indigenza si rimediò con un lavoro assiduo ed efficace: dai registri del monastero risulta che quell'anno l'orto fu coltivato con tanta alacrità che il raccolto venne raddoppiato.
Non c'è da meravigliarsi che, dopo questa lettura del Ritiro, l'opinione della santità di lei presso tutte le consorelle venisse profondamente confermata.

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