giovedì 30 agosto 2012

DON BOSCO E LA DEVOZIONE AL SACRO CUORE -undicesima parte-



Il discorso sullo stemma scelto da don Bosco per la sua congregazione è posto -nel volume da cui è tratto- in diretto collegamento e come prosecuzione di quello relativo a San Francesco di Sales e all'ordine della Visitazione. 
Questa premessa è necessaria per comprendere il punto di avvio della narrazione relativa alla decisione del santo torinese.


Stemma della Congregazione salesiana. Sulla destra un Cuore!



Dal libro "Don Bosco e la devozione al Sacro Cuore" di Arnaldo Pedrini:

"Per Don Bosco le cose sono più semplici, almeno agli inizi.
Nato e vissuto nella povertà, proveniente da un casato di contadini, non nutriva velleità di sorta circa stemmi o blasoni.
Al blasone Don Bosco invece penserà solo in seguito e non per sé, ma per la sua Congregazione che egli aveva tirato su con tanti stenti; ed ancora non per una determinazione umana, ma solo per progetto e sotto la spinta di iniziativa divina.
Dunque molto tempo più tardi, e a cose ormai avviate.
Anche qui sembra che l'idea sia venuta mediante un misterioso avviso del cielo.
Una segnalazione avuta in un sogno -siamo nell'anno 1876- si precisava in questi termini, dove appunto un distinto personaggio così gli aveva prospettato in forma di indicazione:

Guarda, bisogna che tu faccia stampare queste parole che saranno come il vostro stemma, la vostra parola d'ordine, il vostro distintivo.
Notale bene: il lavoro e la temperanza faranno fiorire la Congregazione salesiana.
Queste parole le farai spiegare, le ripeterai, insisterai!

Compito questo, del Capitolo superiore, capeggiato da Don Bosco: essi avrebbero dovuto dunque procedere alla scelta e alla composizione di uno stemma; ma anche qui si attendeva l'occasione propizia, almeno da parte del Fondatore.
E questa venne proprio quasi a conclusione dei lavori della Basilica del S. Cuore di Roma.
Anche dalle Memorie biografiche di Don Bosco raccogliamo:

La Congregazione non si era ancora dato uno stemma ufficiale, come fu costume di tutte le Famiglie Religiose; per uso di sigillo si imprimeva la figura di S. Francesco di Sales circondata da una scritta latina che designava la Pia Società salesiana.
Soltanto il 12 settembre 1884 Don Sala presentò al Capitolo Superiore l'abbozzo dell'impresa salesiana indottovi dall'opportunità di fissarla sulla Chiesa del Sacro Cuore fra quelle di Pio IX e di Leone XIII...Era uno scudo con una grande ancora nel mezzo; a destra di questa il busto di S. Francesco di Sales, a sinistra un cuore infiammato, sull'alto una stella raggiante a sei punte, sotto un bosco, dietro cui alte montagne; da basso due rami, uno di palma e l'altro di alloro, intrecciati nei gambi, abbracciavano lo scudo fino a metà...

Al Santo non piacque la stella che sormontava lo scudo, perché gli sembrava che sapesse alquanto di emblema massonico e vi fece sostituire la croce raggiante.
La stella venne poi introdotta a sinistra, al di sopra del cuore.
In tal modo restarono ravvicinati i tre simboli delle virtù teologali...
Il motto (Da mihi animas cetera tolle- Dammi le anime, toglimi il resto) non poteva meglio esprimere quello che fu l'obiettivo supremo del Santo nell'agire e nel soffrire, nello scrivere e nel parlare, obiettivo che doveva formare il programma essenziale della Società da lui fondata.


Qual era il significato simbolico di tutti quei segni che comparivano nello stemma?
Non è che per la verità Don Bosco ne abbia lasciato un'esplicita spiegazione, anche se qualcosa può essere trapelato circa la sua intenzione.
Sussistono comunque elementi più che validi per procedere abbastanza sicuri in questo tentativo di interpretazione.
Il biografo Don Ceria così annota negli Annali della Congregazione:

La stella raggiante, la grande ancora, il cuore infiammato simboleggiano le virtù teologali,  la figura di S. Francesco di Sales ricorda il Patrono della Società; il boschetto nella parte inferiore ne richiama il Fondatore; le alte montagne significano le vette della perfezione cui devono tendere i Soci; la palma e l'alloro, che, intrecciati nel gambo, abbracciano lo scudo fino a metà, sono emblemi del premio riservato a una vita sacrificata e virtuosa.
Il motto Da mihi animas cetera tolle, che si vedeva scritto già in antico a grossi caratteri sulla porta della stanzetta di Don Bosco, esprime l'ideale che ogni Salesiano deve proporsi quaggiù, come fu sempre l'idea del Santo.

Come si avverte la figura del Patrono non poteva mancare; ma soprattutto un cuore gli veniva messo di fronte, per ricordare che l'amore, di cui quel cuore è simbolo, avrebbe dovuto sempre illuminare e sorreggere l'apostolato dei Figli di S. Francesco di Sales.
Dalla forza e dal calore di quel Cuore, che aveva tanto amato gli uomini, si sarebbe preso inizio e incentivo a proseguire nella missione indicata, specie per l'educazione della gioventù.
Come asseriva il Santo dei giovani l'educazione è cosa di cuore!
Nello stemma allora un cuore per emblema.


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