sabato 30 giugno 2012

CONSACRAZIONE DELLA FAMIGLIA AL SACRO CUORE DI GESU'


La formula di consacrazione della famiglia al Sacro Cuore di Gesù può essere pronunciata dal capo famiglia a nome di tutti i membri che la compongono.
Sarebbe cosa buona fare precedere l'atto di consacrazione da un triduo preparatorio, che può consistere in tre giorni di preghiera comune al Sacro Cuore e magari dalla Santa Messa.
E' poi cosa ottima recitare questa formula davanti all'immagine del Sacro Cuore esposta in famiglia, tenendo bene a mente quanto lo stesso Gesù disse a Santa Margherita Maria Alacoque:

"Io benedirò le case ove l'immagine del Mio Sacro Cuore sarà esposta e venerata: metterò la pace nelle loro famiglie; spanderò copiose benedizioni su ogni loro impresa; sarò loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte".






FORMULA DI CONSACRAZIONE DELLA FAMIGLIA AL SACRO CUORE DI GESU'

Sacro Cuore di Gesù, che hai manifestato a Santa Margherita Maria il desiderio di regnare sulle famiglie cristiane, noi ti proclamiamo oggi Re e Signore della nostra famiglia.

Sii Tu il nostro dolce ospite, il desiderato amico della nostra casa, il centro di attrazione che ci unisce tutti nell'amore reciproco, il centro di irradiazione per cui ciascuno di noi vive la sua vocazione e compie la sua missione.

Sii tu l'unica vera scuola di amore.
Fa' che impariamo da Te come si ama, donandoci agli altri, perdonando e servendo tutti con generosità e umiltà, senza pretendere il contraccambio.

O Gesù, che hai sofferto per renderci felici, salva la gioia della nostra famiglia; nelle ore liete e nelle difficoltà il Tuo Cuore sia la sorgente del nostro conforto.

Cuore di Gesù, attiraci a Te e trasformaci; porta a noi le ricchezze del Tuo amore infinito, brucia in Esso le nostre mancanze e le nostre infedeltà: aumenta in noi la fede, la speranza, la carità.

Ti chiediamo infine che, dopo averti amato e servito in questa terra, Tu ci riunisca nella gioia eterna del Tuo Regno.

AMEN

lunedì 25 giugno 2012

DON BOSCO E LA DEVOZIONE AL SACRO CUORE- settima parte-





Dal libro "DON BOSCO E LA DEVOZIONE AL S. CUORE" di Arnaldo Pedrini:


"Altro momento di vitale nutrimento per la pietà in particolare che entrava in vigore anche nell'andamento usuale della vita dei giovani dell'Oratorio era l'Ora di Guardia.

Essa può definirsi l'ora del maggior ricordo dell'Amico divino (Gesù) e del maggior impegno di piacere a Lui.
Perciò ognuno farà bene a scegliersi l'ora che più gli concilia fervore di spirito o meglio ancora che suol recargli un dovere particolarmente arduo e penoso da compiere: dovere che può essere di giustizia o di carità o di dolore.

Senza dubbio con questa pratica si metteva maggiormente in rilievo il gusto individuale o, per meglio dire, si appagava con più sicuro incentivo il fervore dell'anima: l'individuo veniva invitato ad approfondire un lato caratteristico della devozione.
Mentre il Signore Gesù nel suo mistero di offerta al Padre era visto come il Fedele per eccellenza, veniva riconosciuto come l'amico, con il quale si doveva prendere contatto per condividere sofferenze e pene nel momento della prova.
In sede eucaristica, perciò, ci si preoccupava di non lasciare solo il Dio nascosto per amore nel Tabernacolo: la pia pratica dell' Ora di Guardia entrava in consonanza con il desiderio di Gesù agonizzante, che invita e richiede una sosta di preghiera e di raccoglimento ai suoi discepoli".


giovedì 21 giugno 2012

DON BOSCO E LA DEVOZIONE AL SACRO CUORE- sesta parte-

Dal libro  "DON BOSCO E LA DEVOZIONE AL S. CUORE" di Arnaldo Pedrini :



"La Coroncina al S. Cuore di Gesù era un'altra pratica contemplata nel Giovane Provveduto, quindi in uso a Valdocco fin dagli inizi.
Essa fu prediletta dal nostro Padre fin dai primordi del suo apostolato, ed ha il pregio di unire ancora alla più umile ed amorosa adorazione del Cuore di Gesù la riparazione più fervida alle offese che riceve nella SS. Eucaristia.
Essa è destinata a rendere più fervida e preziosa la visita in comune a Gesù Sacramentato, specialmente durante gli Esercizi Spirituali".
Anche ne "La Chiave del Paradiso in mano al cattolico del 1856, tra i doveri del buon cristiano si contemplava pure la recita della Coroncina in onore del S. Cuore.
Nella parte introduttiva così si legge: Intendete di recitare questa Corona al Divin Cuore di Gesù per risarcirlo degli oltraggi che riceve nella SS. Eucaristia dagli eretici, dagli infedeli e cattivi cristiani.
Si dica dunque o da solo o con altre persone raccolte, se si può, dinanzi all'immagine del Divin Cuore o davanti al SS. Sacramento".

Ed ecco il testo della Coroncina, come inserito da don Bosco stesso ne "Il Giovane Provveduto":

Intendete di recitare questa corona al Divin Cuore di Gesù per risarcirlo degli oltraggi che riceve nella SS. Eucaristia dagli eretici, dagl' infedeli e da' cattivi cristiani. Si dica adunque o da solo o con altre persone raccolte, se si può, dinanzi all'immagine del Divin Cuore o davanti al Santissimo Sacramento.
            V. Deus, in adjutorium meum intende.
            R. Domine, ad adjuvandum me festina. Gloria Patri etc.


            I. O Cuore amabilissimo del mio Gesù, adoro umilmente quella dolcissima amabilità vostra, che in singolar modo usate nel Divin  {105 [285]} Sacramento colle anime ancor peccatrici. Mi dispiace di vedervi cosi ingratamente corrisposto, ed intendo risarcirvi di tante offese che ricevete nella SS. Eucaristia dagli eretici, dagl' infedeli e da' cattivi cristiani.
            Pater etc.

            II. O Cuore umilissimo del mio sacramentato Gesù, adoro umilmente quella profondissima umiltà vostra nella Divina Eucaristia, nascondendovi per nostro amore sotto le specie del pane e del vino. Deh vi prego, Gesù mio, ad insinuare nel mio cuore cosi bella virtù; io intanto procurerò di risarcirvi di tante offese che ricevete nel SS. Sacramento dagli eretici, dagl' infedeli e da' cattivi cristiani. Pater etc.

            III. O Cuore del mio Gesù desiderosissimo di patire, adoro que' desideri cosi accesi d'incontrare la vostra passione dolorosissima e di assoggettarvi a que' torti da voi preveduti nel SS. Sacramento. Ah Gesù mio! intendo ben di cuore di risarcirvene colla mia vita stessa; vorrei impedire quelle offese, che pur troppo ricevete nella Divina Eucaristia dagli, eretici, dagl' infedeli e da' cattivi cristiani. Pater etc.

            IV. O Cuore pazientissimo del mio Gesù, venero umilmente quell'invincibile pazienza vostra nel sostenere per amor mio tante pene sulla Croce, e tanti strapazzi nella Divina Eucaristia. O mio caro Gesù! poiché non  {106 [286]} posso lavar col sangue mio que' luoghi dove foste cosi maltrattato nell'uno e nell'altro mistero, vi prometto, o mio sommo Bene, di usare ogni mezzo per risarcire il vostro Divin Cuore di tanti oltraggi, che  ricevete nella SS. Eucaristia dagli eretici, dagl' infedeli e da' cattivi cristiani. Pater etc.

            V. O Cuore, del mio Gesù, amantissimo delle nostre anime nella istituzione ammirabile della SS. Eucaristia, io adoro umilmente quell'amore immenso che ci portate donandoci per nutrimento il vostro Divin Corpo e Divin Sangue. Qual è quel cuore che struggere non si debba alla vista di cosi immensa carità? Oh mio buon Gesù, datemi abbondanti lagrime per piangere e risarcire tante offese che ricevete nel SS. Sacramento dagli eretici, dagi' infedeli e da' cattivi cristiani. Pater etc.

            VI. O Cuore del mio Gesù sitibondo della salute nostra, venero umilmente quell'amore che vi spinse ad operare il sacrifizio ineffabile sulla Croce, rinnovandolo ogni giorno sugli Altari nella santa Messa. Possibile che a tanto amore non arda il cuore umano pieno di gratitudine? Si, pur troppo, o mio Dio; eperciò vi prometto di fare quanto posso per risarcirvi di tanti oltraggi che ricevete in questo mistero di amore dagli eretici, dagl' infedeli, e da' cattivi cristiani. Pater etc.
            Questo esercizio può servire per fare la novena delle feste di Nostro Signor G. CC. {107 [287]}

domenica 17 giugno 2012

DON BOSCO E LA DEVOZIONE AL SACRO CUORE- quinta parte-





Dal libro "Don Bosco e la devozione al Sacro Cuore":


"Mirabile era la devozione di Don Bosco al Sacro Cuore di Gesù.
La raccomandava molto ai suoi giovani, fece stampare i libretti dei Nove Uffici e della Guardia d'Onore; incaricò don Bonetti di scrivere un Mese in onore del S. Cuore.

Come annotano le Memorie Biografiche, la devozione al S. Cuore, che nel suo animo aveva ardentissima, animava tutte le sue opere, dava efficacia ai suoi discorsi familiari, alle sue prediche, e all'esercizio del suo ministero, sicché ne restavano tutti incantati e persuasi.
Parve altresì che il S. Cuore di Gesù cooperasse anche con soprannaturali aiuti il compimento della sua ardua missione.

Una tra le pratiche particolari più in uso era quella del I° Venerdì' del mese.
Appariva come una indicazione precipua del Regolamento stesso dell'Oratorio: veniva prescritto il pio esercizio del Primo Venerdì del Mese in onore del S. Cuore, e doveva essere compiuto secondo le modalità fissate nel Manuale delle Pratiche di Pietà.

La sua importanza -specie per le Case di formazione- verrà in seguito rilevata dal I° successore del Santo (si tratta di Don Rua).
In una delle sue circolari così intendeva precisare, quanto allo spirito, di cui avrebbe dovuto essere informata:
Gesù, il Signore Nostro, fece conoscere a Santa Margherita M. Alacoque che nella devozione del Suo Ss. Cuore si trovano racchiusi infiniti tesori di grazie.
Se non che per godere di codeste ricchezze non basta compiere le pratiche di esterna pietà, ma bisogna altresì studiare di ben comprenderne lo spirito e regolare la propria condotta secondo i desideri del Cuore di Gesù".

venerdì 15 giugno 2012

SOLENNITA' DEL SACRATISSIMO CUORE DI GESU' - Pensieri di Don Bosco




Tutte le varie modalità di devozione al Sacro Cuore cui si faceva ricorso nelle case salesiane, trovavano il loro centro, la loro calamita, il loro punto di arrivo e di ripartenza nella festa annuale del S. Cuore.
Particolarmente sentita fu quella del 1875: ricorreva infatti, quell'anno, il secondo centenario delle apparizioni e rivelazioni del Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque.
La suora visitandina era legata, in un certo modo, alla famiglia salesiana: l'ordine della Visitazione fu fondato da san Francesco di Sales -scelto da don Bosco come patrono della sua congregazione- e da una sua figlia spirituale, Santa Giovanna di Chantal.

Ecco come don Bosco cercò di spiegare ai suoi giovani oratoriani l'importanza di quella festa, ed ecco come, anche a noi, oggi, dice qualcosa sulla necessità di ringraziare il Cuore divino di Cristo Signore Nostro, per tanto dono di amore infinito!




Dalle "Memorie Biografiche" di San Giovanni Bosco:

"Il 4 di giugno cadeva il 1° Venerdì dopo l'Ottava del Corpus Domini.

Don Bosco la sera antecedente annunziò la festa del S. Cuore, e in che consistesse il culto del S. Cuore.

-Domani miei cari figlioli, la Chiesa celebra la festa del S. Cuore di Gesù.
Qualcheduno di voi vorrà sapere che cosa sia questa festa e perché si onori con una speciale rimembranza l'amore che Gesù portò agli uomini.

Oh! L'amore grandissimo, infinito, che Gesù ci portò nella Sua Incarnazione e nascita, nella Sua vita e predicazione e particolarmente nella Sua Passione e morte.
Siccome poi sede dell'anima è il cuore, così si venera il Sacro Cuore come oggetto che serve di fornace a questo smisurato amore.

Questo culto al Ss. Cuore di Gesù, cioè all'amore che Gesù ci dimostrò, fu di tutti i tempi e di sempre; ma non sempre vi fu una festa appositamente stabilita per venerarLo.

Facciamoci coraggio, ed ognuno faccia del suo meglio per corrispondere a tanto amore che Gesù Cristo ci ha portato".

mercoledì 13 giugno 2012

DON BOSCO E LA DEVOZIONE AL SACRO CUORE- quarta parte-

 Dal libro "Don Bosco e la devozione al S. Cuore" di Arnaldo Pedrini:


"Don Giulio Barberis, che conobbe bene Don Bosco, così testimoniava di lui:

Per Don Bosco questa devozione non doveva fermarsi a buone aspirazioni ed a preghiere vocali; egli voleva che si esternasse in opere buone; voleva che il devoto fosse attivo, che questa devozione ne informasse tutta la vita; voleva che il devoto spendesse la vita ad allontanare il prossimo dal peccato ed avviarlo al bene..
Don Bosco, dalla devozione al Sacro Cuore seppe cogliere la parte concreta e valida per la sua opera di catechismo e di evangelizzazione in mezzo alla gioventù pericolante.

S. Luigi Gonzaga, particolarmente venerato da don Bosco,
ed proposto ai suoi giovani come modello di purezza


Non si creda però che la devozione al S. Cuore di Gesù sia stata per il nostro Padre soltanto cosa degli ultimi anni di vita.


Ci potrebbe essere del resto una parziale conferma l'immagine visiva ed emblematica che ritroviamo proprio in uno dei manuali di pietà in uso all'Oratorio, e precisamente il Giovane Provveduto:
Nella prima pagina, don Bosco presenta ai giovani il modello S. Luigi Gonzaga, con l'immagine del Santo...: gli occhi fissi al Crocifisso ed un giglio in mano. 
Sotto questo quattro versi:

Venite, o giovanetti/ offrite al Divin Cuore (di Gesù) il verginal candore/ che io vi proteggerò.




Oltre che per la devozione in sé, che aveva il suo forte rapporto con la SS. Eucaristia, andava incrementandosi nell'Oratorio la pratica in onore del S. Cuore nelle modalità, nelle norme già esistenti, o altre che si armonizzavano nel loro tentativo di espansione e di consolidamento".

sabato 9 giugno 2012

DON BOSCO E LA DEVOZIONE AL SACRO CUORE- terza parte-



Statua del Sacro Cuore all'ingresso della Basilica omonima-Roma




Dai volumi "Lo spirito di San G. Bosco -L. Terrone e "Il cattolico provveduto" di don Bosco:



"Il fine poi per cui adoriamo questo Sacratissimo Cuore è:

1) di ricambiare il suo amore con il nostro, eccitandoci ad amare Gesù Cristo col meditare sopra la sua carità per noi;

2) di risarcirlo delle offese che ha ricevuto e riceve;

3) di studiarlo minutamente per modellarvi sopra il nostro cuore;

4) di trovare in esso ogni grazia ed ogni conforto di cui abbisogniamo.


I vantaggi di questa devozione sono molti e della prima importanza, perché secondo le promesse che Gesù Cristo ne fece a S. Margherita Alacoque è un mezzo certissimo:

1) per accendere in noi l'amor di Dio, perciò per farci aborrire il peccato e praticar la virtù;

2) per meritarci grazie speciali ed una speciale protezione del nostro Divin Redentore;

3) per ottenere la conversione dei peccatori;

4) per meritarci la perseveranza finale.

La pratica principale di questa devozione, secondo quanto dichiarò Gesù Cristo alla Santa è la frequenza della SS. Comunione".

martedì 5 giugno 2012

PREPARAZIONE ALLA CONSACRAZIONE AL SACRO CUORE- seconda parte-





CONSACRAZIONE AL CUORE DIVINO DI GESU'




La consacrazione è la risposta all'amore ardente di Gesù.

Consacrarsi al Cuore divino è:

1-  Dedicare il corpo e l'anima al Suo servizio e al Suo regno, impegnando tutte le nostre forze e le nostre facoltà a non compiere mai altro che la Sua santa volontà.  
E' spendere, a Sua gloria, tutta l'attività dello spirito, della volontà, del cuore, i sentimenti, gli affetti. 
E questo non richiede affatto che trascuriamo gli impegni, anche terreni, del proprio dovere quotidiano: anzi, li impone, come espressione pratica della nostra obbedienza ai divini voleri.
E' la sottomissione a Dio, ma per motivi d'amore.


2-  Abbandonarci a Lui senza riserve, non appartenerci più egoisticamente, non preoccuparci più di quanto Egli disporrà a nostro riguardo, nella certezza che ci ama più di quanto noi amiamo noi medesimi, e avrà cura dei nostri interessi spirituali e temporali, con vera predilezione.
E' la fiducia in Lui, che non trascura la propria cooperazione, ma sa quanto essa sia nulla, se il Signore non opera le meraviglie della Sua Grazia.
E' la confidenza che si abbandona: ci si fida di Dio.

3- Compensare il Signore per le tante nostre offese e per quelle di tutti gli uomini.
Esse lo hanno fatto soffrire di una tristezza mortale e furono la causa della Sua Passione e morte in un mare di dolori.
Il cristiano, il credente, offre a Dio, spontaneamente, atti di virtù, con l'intenzione di ripagarlo del suo infinito amore.
E' la riparazione che consola il Cuore di Gesù, contristato da troppe ingratitudini umane.

4- Impegnarci a farlo conoscere ed amare, con tutti i mezzi a nostra disposizione.

E sono moltissimi:

dalla preghiera e dalla vita interiore.
dall'offerta delle azioni e sofferenze,
fino al lavoro di conquista delle anime.

venerdì 1 giugno 2012

PREPARAZIONE ALLA CONSACRAZIONE AL SACRO CUORE- prima parte-



In preparazione alla Consacrazione al Sacro Cuore, che si può tranquillamente compiere (o rinnovare) il 15 giugno -in occasione della Sua solennità- verranno pubblicati alcuni testi preparati da un sacerdote salesiano, proprio per un ciclo di catechesi sull'argomento.
Nel ringraziare il carissimo padre (che preferisce rimanere anonimo) per la disponibilità accordatami, vi invito a ricordarlo nella preghiera e vi auguro un mese di giugno colmo di frutti spirituali e delle dolcezze del Divin Cuore di Gesù!




LA SPIRITUALITA' DEL SACRO CUORE DI GESU'


La spiritualità del S. Cuore di Gesù nacque ai piedi della croce, sul Calvario.

L'Evangelista Giovanni, "il discepolo che Gesù amava", stava lì assieme a Maria e fu il primo a contemplare quel cuore trafitto dalla lancia del soldato e a capire il valore simbolico:

"Uno dei soldati gli colpì il costato con la lancia e subito ne uscì sangue                                 e acqua...
Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura...
 Che dice: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto"
(Gv 19, 34-37)

Per Giovanni, è dal Cuore trafitto di Gesù che nasce la nuova umanità, la Chiesa e i Suoi Sacramenti (l'acqua del Battesimo e il Sangue dell'Eucaristia).

L'Evangelista dà grande importanza a questo fatto del Cuore trafitto di Gesù:

"Io ho visto. Io ne sono testimone. Io dico la verità, perché voi crediate"
(Gv 19, 35)

Giovanni in questo fatto scorge la profezia di Zaccaria (Zc 12,10).
"Accadde questo, perché si realizzasse il passo della Scrittura che dice: Guarderanno a colui che hanno trafitto"
 (Gv 19, 36-37)

Contemplando Gesù sulla Croce e il Suo Cuore trafitto, Giovanni deve essersi ricordato di quel giorno nel Tempio di Gerusalemme, quando Gesù disse, in forma solenne, in piedi:

"Chi ha sete venga a me
e beva chi crede in me!
Come dice la Scrittura! Fiumi di acqua viva 
sgorgheranno dal mio seno"
(Gv 7,37-38)