Dal libro "DON BOSCO E LA DEVOZIONE AL S. CUORE" di Arnaldo Pedrini:
"Altro momento di vitale nutrimento per la pietà in particolare che entrava in vigore anche nell'andamento usuale della vita dei giovani dell'Oratorio era l'Ora di Guardia.
Essa può definirsi l'ora del maggior ricordo dell'Amico divino (Gesù) e del maggior impegno di piacere a Lui.
Perciò ognuno farà bene a scegliersi l'ora che più gli concilia fervore di spirito o meglio ancora che suol recargli un dovere particolarmente arduo e penoso da compiere: dovere che può essere di giustizia o di carità o di dolore.
Senza dubbio con questa pratica si metteva maggiormente in rilievo il gusto individuale o, per meglio dire, si appagava con più sicuro incentivo il fervore dell'anima: l'individuo veniva invitato ad approfondire un lato caratteristico della devozione.
Mentre il Signore Gesù nel suo mistero di offerta al Padre era visto come il Fedele per eccellenza, veniva riconosciuto come l'amico, con il quale si doveva prendere contatto per condividere sofferenze e pene nel momento della prova.
In sede eucaristica, perciò, ci si preoccupava di non lasciare solo il Dio nascosto per amore nel Tabernacolo: la pia pratica dell' Ora di Guardia entrava in consonanza con il desiderio di Gesù agonizzante, che invita e richiede una sosta di preghiera e di raccoglimento ai suoi discepoli".
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