venerdì 30 dicembre 2011

SANTA MARGHERITA MARIA ALOCOQUE E IL SACRO CUORE- prima parte-


Santa Margherita Maria Alacoque, monaca visitandina può essere considerata lo strumento "privilegiato" di cui si servì Gesù per diffondere la devozione al Suo Sacratissimo Cuore.
La bolla di canonizzazione della Santa, risalente al 1920, include la storia della sua vita, scritta dallo stesso Papa che la elevò agli onori degli altari: Papa Benedetto XV- Giacomo dalla Chiesa.
Il testo porta il titolo di "LA MERAVIGLIOSA STORIA DI MARGHERITA MARIA ALACOQUE".


In merito a questo testo, scrive Padre Luigi Filosomi S.I.:

"Nonostante la vasta fama di santità che Margherita aveva lasciato e l'entusiasmo dei fautori della causa, le cose andarono tanto per le lunghe che solamente nel 1864, quasi due secoli dopo, si arrivò alla sua beatificazione e dopo 230 anni alla canonizzazione.
Le ragioni di questo enorme ritardo non stanno tanto nelle «formalità» del processo, quanto nell'accanita ostilità dei nemici della devozione del S. Cuore: i giansenisti in prima fila e quelle frange di cattolici, che ne sanno sempre una più della Chiesa. Margherita, come era naturale, fu coinvolta nella mischia: Era stata lei, si andava ciarlando, a inventare tutto; e fu fatta passare per donna dal gusto morboso per la sofferenza, squilibrata e isterica.


L'importanza di questo documento sta nel fatto che, iscrivendo sr. Margherita Maria Alacoque nell'albo dei santi, Benedetto XV mette in evidenza tre punti essenziali.
  • Il Papa non solo mette fine alle infondate e allegre calunnie sul suo conto, ma, narrando la sua «meravigliosa storia », esalta la sua personalità e ce la propone come donna equilibrata ed eroica, di cui la Chiesa si può giustamente gloriare. Vogliamo ricordare che già Pio IX, nel decreto cosiddetto del tuto del 1864 in ordine alla sua beatificazione, così celebrava la sua straordinaria missione nella Chiesa e nel mondo: Il Redentore del mondo, che, innalzato sulla croce, aveva stabilito di attirare tutto a sé, in modo meraviglioso attirò a sé la venerabile sua serva Margherita M. Alacoque, affinché essa, penetrando fin dentro il suo Cuore, gustasse alla stessa sorgente la dolcezza dell'infinito amore e la spandesse in mezzo agli uomini.   
  • Benedetto XV però, insieme alla mirabile Santa celebra anche la grande mistica, di cui accetta in pieno il messaggio: il culto al Cuore di Cristo. Sappiamo tutti quanto il Magistero della Chiesa sia lento e guardingo nel recepire le rivelazioni private, ad approvarle e soprattutto a farle proprie. Questo di santa Margherita Maria è uno dei rarissimi casi tanto che si può affermare che, se la devozione al Sacro Cuore ha come fondamento la Rivelazione pubblica (Bibbia e Tradizione Apostolica), come ce la presenta oggi la Chiesa, porta l'inconfondibile impronta delle rivelazioni private fatte alla nostra Santa.

  • C'è un punto però del suo messaggio che ha recato e reca ancora grosse difficoltà: la grande promessa. In occasione dei due processi di beatificazione e canonizzazione tutti gli scritti di Sr. Margherita Maria, furono sottoposti a numerosi e minuziosissimi esami, ma uno dei capitoli più scabrosi è sempre stato la retta interpretazione e la dottrina teologica della grande promessa Ma il giudizio dei teologi, prima della canonizzazione, fu tanto unanime e favorevole che Benedetto XV, volendo offrire una solenne e autorevole testimonianza a questa straordinaria promessa del Cuore di Cristo, la fece inserire, in questa bolla di canonizzazione.

Caso più unico che raro per un documento del Magistero della Chiesa dovrebbe".

martedì 27 dicembre 2011

SAN GIOVANNI APOSTOLO E IL SACRO CUORE NELLE RIVELAZIONI A SANTA GERTRUDE LA GRANDE



Dal secondo libro delle Rivelazioni a Santa Gertude la grande:


"Nella festa di questo Apostolo, mentre assisteva a Mattutino, il discepolo che Gesù amava e che, per tal motivo, è ben giusto che sia amato da tutti, le apparve, dandole molte attestazioni della sua particolare amicizia.

Essa gli disse: E che grazia potrò ottenere per me, meschina, nella tua dolcissima festa?

Vieni con me, egli rispose, tu sei l'eletta del mio Signore; riposiamo insieme sul suo dolcissimo Cuore in cui sono nascosti tutti i tesori della beatitudine eterna.


E prendendola con sé, la condusse alla presenza del Salvatore e la pose alla sua destra mettendosi egli alla sinistra.
Mentre tutti e due riposavano dolcemente sul Cuore del Signore Gesù, S. Giovanni, toccando con reverenza il sacro peto del Signore, esclamò:

Ecco il Santo dei Santi che attira a sé tutto ciò che vi è di bene in cielo e sulla terra.

Essa chiese allora a San Giovanni perché mai avesse scelto per sè il lato sinistro e avesse posto lei alla destra.
Egli rispose: Poiché ho vinto tutte le cose e son diventato un solo spirito con Dio, posso sottilmente penetrare là dove non penetra la materia.
Perciò ho scelto il lato sinistro e ho posto te presso la ferita del Cuore divino perché tu, vivendo ancora sulla terra, non avresti potuto come me penetrare in ciò che è chiuso, mentre là potrai facilmente attingere la dolcezza e la consolazione che l'impeto incontenibile del divino amore incessantemente spande su tutti coloro che lo desiderano.
Essa provava un ineffabile gaudio nell'ascoltare i battiti del Sacro Cuore del Salvatore, e disse al beato Giovanni: o diletto da Dio, non hai forse tu provato la delizia che io provo in questo momento a questi soavissimi battiti, quando hai riposato nell'Ultima Cena su questo stesso petto?

Egli rispose: In verità l'ho provata, e la soavità di quei battiti è penetrata in me, così come il profumo dell'idromele impregna della sua dolcezza il boccone di pane fresco, e la mia anima ne è divenuta così ardente da poter essere rassomigliata ad un vaso posto sopra una viva fiamma.

Perché, dunque, essa rispose,e hai custodito a questo riguardo un silenzio così completo e non ne hai invece parlato a vantaggio delle anime nostre?

Egli rispose: La mia missione era di manifestare alla Chiesa nascente, con una sola parola, il Verbo incarnato di Dio Padre: e quest'unica parola può soddisfare fino alla fine del mondo l'intelligenza di tutto il genere umano che non riuscirà mai a penetrarla a pieno.

La soave eloquenza dei battiti di questo Sacro Cuore è riservata a questi ultimi tempi, affinché il mondo ormai vecchio e intiepiditi nella sua devozione si infiammi nell'amore del suo Dio".

lunedì 26 dicembre 2011

PREGHIERA DI SAN GIOVANNI EUDES AL CUORE DI GESU'

CUORE


Signore Dio, Padre delle misericordie, nella tua simisurata bontà ci hai dato il Cuore amatissimo del tuo diletto Figlio.

Accorda ai nostri cuori di essere strettamente uniti tra di loro con Lui, affinché il nostro amore per te sia perfetto.

O Cuore amabilissimo e amorosissimo del mio Salvatore, sii il Cuore del mio cuore, l'anima della mia anima, lo spirito del mio spirito, la vita della mia vita.

Gesù, poiché il Padre tuo m'ha dato tutto dandosi a me, tutti i cuori dell'universo mi appartengono, io prendo quindi tutti i cuori e voglio amarti con tutto l'amore di cui sono capaci da quando li hai creati.

venerdì 23 dicembre 2011

IL SACRO CUORE NEGLI SCRITTI DI SAN BONAVENTURA -seconda parte-

"Il ricordo vivo dell'amore di Cristo per noi ha trovato un'espressione nella devozione al suo Cuore.

Da questo Cuore squarciato viene a noi tutto: l'amore infinito del Padre, la grazia e la salvezza.


Quante consolazioni possiamo provare, quando pensiamo che siamo infinitamente amati dal Cuore del Dio Salvatore; che in ogni momento è pronto ad ascoltare le nostre suppliche; che in ogni istante prega per noi; e che ci invita ad andare da Lui, a riposare sul suo Cuore!
Venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi ed io vi darò ristoro" (Mt 11,28).


Apriamo dunque il cuore alla confidenza e alla fiducia, poiché non c'è un bene e una gioia più grande che abitare in questo Cuore".

martedì 20 dicembre 2011

IL SACRO CUORE NEGLI SCRITTI DI SAN BONAVENTURA -prima parte-

"E' cosa bella e gioiosa abitare in questo Cuore!

Il Cuore tuo, o Gesù buono, è il ricco tesoro, la margherita preziosa che abbiamo scoperto nel segreto del Tuo corpo trafitto; come nel campo scavato.


Chi la getterà via, questa margherita?

Al contrario io getterò via tutte le perle e col prezzo di tutti i miei pensieri e di tutti i miei affetti, mi comprerò questa preziosa margherita, gettando tutte le mie preoccupazioni nel Cuore del buon Gesù e certamente Esso mi sazierà.


Il Cuore di Gesù è il tempio vero, il santuario, l'arca del Testamento.
Qui si adora e si loda con tanto trasporto e gioia il nome del Signore.
Si può ripetere con Davide: Ho trovato il mio cuore per pregare il mio Dio (2Re 7,27).
E io l'ho trovato il Cuore del Signore, il Cuore di Gesù benignissimo: Cuore di Re, Cuore di Fratello, Cuore di Amico.

Nascosto in Lui, io non pregherò?

Pregherò, sì.


Il Suo Cuore, lo dico francamente, è anche cuore mio.

Se Gesù Cristo è il mio capo: come dunque quello del mio capo non dovrà dirsi mio?

Non è vero che gli occhi della mia testa sono occhi miei?
E dunque anche il Cuore del mio capo spirituale, è cuor mio.


Che gioia per me! 

Ecco: Gesù e io abbiamo un solo medesimo cuore...."


sabato 17 dicembre 2011

LE ABBONDANTI GRAZIE CHE IL CUORE DIVINO SPANDE NELL'ANIMA - dalle Rivelazioni a Santa Gertrude-

Dal libro delle "Rivelazioni" a Santa Gertrude la grande:




LE ABBONDANTI GRAZIE CHE IL CUORE DIVINO SPANDE NELL'ANIMA

"Nei giorni che seguirono, meditando con riconoscenza su questo magnifico dono, le venne il desiderio di sapere  per quanto tempo il Signore avrebbe degnato di conservarglielo, e glielo domandò.
E il Signore: Fino a tanto che tu desidererai di conservarlo non avrai mai a dolerti che io te lo tolga.

Ma come avviene, Signore -essa disse allora- che io pur sapendo che il tuo Cuore si trova sospeso come una lampada ardente nel mio cuore indegnissimo, tuttavia poi, quando mi è concesso per tua grazia di avvinarmi a te, ho la gioia di ritrovarlo nel tuo petto e di attingervi le più grandi delizie?

E il Signore: Quando tu vuoi afferrare qualcosa stendi la mano, e quando poi l'hai afferrata la ritiri.

Allo stesso modo quando vedo che tu sei inclinata verso le cose esteriori, io ti mando il mio Cuore per attirarti a me; e viceversa, quando vedo che tu seguendo il mio invito ti raccogli nell'intimo per unirti a me, io di nuovo ritiro in me il mio Cuore per farti trovare in esso il gaudio di ogni perfezione.


Prese allora a meditare con immensa ammirazione e gratitudine su questa gratuita bontà di Dio e, considerando come la molteplicità delle sue imperfezioni la rendessero indegna di ogni grazia, si sprofondò con grande disprezzo di sé nella valle, a lei ben nota, dell'umiltà. 

Vi si tenne per così dire nascosta per qualche tempo, finché il Signore che, pur abitando nell'alto dei cieli, si compiace di elargire abbondantemente la sua grazia agli umili, parve far uscire dal suo proprio cuore -sospeso in figura di una lampada sulla di lei anima inabissata nella valle dell'umiltà- come una cannuccia d'oro.

Attraverso questa cannuccia egli le infuse le più mirabili grazie.
Se essa si umiliava riflettendo sulle sue imperfezioni, subito il Signore, pieno di misericordia, con l'influsso del Suo Cuore divino faceva spuntare in lei i fiori delle più belle virtù.
Ogni difetto era allora cancellato così che la misericordia del Signore non ne trovava più traccia.

Similmente, se bramava qualche dono particolare o qualche grazia tra le più desiderate e accette al suo cuore, subito con grande gioia e dolcezza se le sentiva infondere nell'anima nella stessa maniera.
Quando già aveva trascorso qualche tempo in queste delizie e, con la grazia di Dio, sembrava ormai perfetta in tutte le virtù (non nelle sue, veramente, ma nelle virtù del Signore), sentì risuonare nel cuore una voce dolcissima, simile alla soave melodia di un'arpa toccata da mano d'artista.

Essa diceva: Veni mea ad me,
Intra meum in me,
Mane meis mecum.

Il Signore degnò di darle l'intelligenza di questo canto: Veni mea ad me: vieni a me o mia sposa, perché, amandoti come tale, desidero che tu sia sempre con me, e perciò ti chiamo!


Così pure: Intra meum in me: tu che sei il mio gaudio entra e dimora nel mio cuore; lo desidero come il fidanzato desidera il giorno delle nozze che farà entrare la sposa nella sua casa.


E ancora: Mane meus mecum: vieni e rimani come oggetto del mio amore in me che sono il Dio dell'amore e che ti ho eletta perché tu mi sia unita con unione indissolubile, simile a quella che esiste fra l'anima e il corpo.



Mentre avveniva questo dolcissimo colloquio, si sentì attrarre in modo mirabile e misterioso verso il Signore e si trovò introdotta nella beata intimità del Cuore del suo Sposo e del suo Dio.

Ciò che sentì, ciò che vide, ciò che udì, gustò e toccò del Verbo di vita, è noto soltanto a lei sola e a Colui che degnò di ammetterla in così sublime unione, Gesù, Sposo delle anime amanti, che è Dio benedetto sopra ogni cosa per tutti i secoli eterni".

mercoledì 14 dicembre 2011

IL CUORE DI DIO DESIDERA SUPPLIRE ALLE NOSTRE DEFICIENZE -dalle Rivelazioni a Santa Gertrude di Helfta



Dal primo libro delle Rivelazioni a Santa Gertrude la grande:




IL CUORE DI DIO DESIDERA SUPPLIRE ALLE NOSTRE DEFICIENZE


"Cercava di concentrare tutta la sua attenzione sulle singole parole e note dell'Ufficio divino; ma vedendo che ad ogni momento cadeva in distrazioni per la debolezza della sua natura, disse fra sè con tristezza: Che frutto posso cavare da uno sforzo che produce così raramente il suo effetto?

Il Signore, non sopportando il suo abbattimento, le presentò allora con le sue proprie mani il suo Cuore divino in figura di una lampada, dicendo:
Ecco, ti presento il mio Cuore, organo dolcissimo dell'adorabile Trinità, affinché tu gli possa chiedere con fiducia di supplire ad ogni tua deficienza.


Tutte le tue opere saranno allora perfette agli occhi miei.

Come infatti un servo fedele si tiene sempre pronto ad eseguire i comandi del suo padrone. così d'ora innanzi il mio Cuore ti sarà sempre vicino per supplire in qualsiasi momento alle tue negligenze.
Questa inaudita condiscendenza la riempì insieme di ammirazione e di timore, sembrandole cosa immensamente disdicevole che il Cuore del suo Signore, degnissimo sacrario della Divinità, fonte di tutti i beni, degnasse di stare vicino a lei come un servo sta presso il suo padrone pronto a supplire ad ogni sua mancanza.
Ma il Signore compatì benignamente la sua pusillanimità e l'incoraggiò con questa similitudine: Se tu avessi una voce sonora e gradevole e ti piacesse molto cantare, e vicino a te si trovasse una persona dalla voce bassa e stonata al punto che solo con grande sforzo arrivasse a proferire qualche suono, ti sentiresti certamente indignata se essa non consentisse a lasciar cantare a te, che potresti farlo con facilità e grazia, una melodia che essa stenta a balbettare.
Allo stesso modo il mio Cuore divino, conoscendo la fragilità e l'instabilità umana, aspetta con sommo desiderio che tu l'inviti con la tua preghiera, o anche solo con un moto di desiderio, a supplire alle tue deficienze, e a fare per te ciò che tu non riesci a compiere.
Come da una parte la sua insondabile sapienza e la sua onnipotenza tutto gli rivelano e tutto gli rendono possibile, così dall'altra la sua connaturata bontà gli fa desiderare con gioioso amore di renderti questo servizio".

sabato 10 dicembre 2011

I BATTITI DEL CUORE DEL SIGNORE GESU' nelle Rivelazioni a Santa Gertrude di Helfta





Dal libro delle "Rivelazioni" a Santa Gertrude la grande:

I BATTITI DEL CUORE DEL SIGNORE GESU'

Un giorno, vedendo le sue consorelle andare alla predica, se ne lamentò con Nostro Signore: Tu sai, o mio Diletto, quanto sarei lieta di andare a sentir la predica, se non fossi trattenuta da questa malattia.

E il Signore: O mia diletta, vuoi che te la faccia io la predica?
Ben volentieri, essa rispose.



Il Signore l'attirò allora verso di sè facendole accostare il cuore al proprio Cuore divino.

Dopo qualche momento di riposo essa sentì il Cuore del Signore pulsare con un doppio battito mirabile e dolcissimo.

Il Signore le disse: Ciascuno di questi battiti opera la salvezza degli uomini in tre modi.
Col primo battito -che opera la salvezza dei peccatori- invoco incessantemente Dio Padre, lo placo e lo induco a misericordia.
Poi parlo a tutti i miei santi e dopo aver perorato davanti ad essi la causa dei peccatori li eccito a pregare per loro.
Infine mi rivolgo al peccatore stesso e lo invito misericordiosamente a penitenza, aspettando poi la sua conversione con un desiderio ineffabile.

Col secondo battito -che opera la salvezza dei giusti- invito anzitutto Dio Padre a rallegrarsi con me per il sangue che così efficacemente ho sparso per la redenzione degli eletti, nella cui anima prendo ora le mie delizie.
In secondo luogo eccito la milizia celeste a celebrare l'ammirabile vita dei giusti e a ringraziarmi per tutti i benefici che ho loro concessi e che ancora concederò.
Infine mi rivolgo ai giusti stessi, attestando loro il mio amore ed eccitandoli a progredire di giorno in giorno e di ora in ora nella virtù.
E come il battito del cuore umano non si interrompe mai per alcuna azione che si compia, così neppure l'azione della mia Provvidenza che governa il cielo, la terra e l'universo intero, potrà mai sospendere o rallentare per un istante questo doppio battito del mio Cuore divino".

mercoledì 7 dicembre 2011

LO SVILUPPO DELLA DEVOZIONE AL CUORE DI GESU' NEL CORSO DEI SECOLI -Seconda parte



Dal volume "Preghiere al Sacratissimo Cuore di Gesù"- Editrice Shalom


"La devozione privata al Cuore di Gesù si diffonde a cominciare dal sec XVI.
San Francesco di Sales (1567-1622) consacrò la Congregazione delle Visitandine, da lui fondata, al Sacro Cuore di Gesù.
San Giovanni Eudes (1601-1680) inizialmente propagò unitamente la devozione ai Cuori di Gesù e di Maria, ma in seguito compose a parte un Ufficio (liturgia delle ore) e una Messa in onore del Sacro Cuore di Gesù, che vennero celebrati per la prima volta in diverse località della Francia il 20 settembre 1672.

Per lui il Cuore di Gesù è una fontana d'amore: Egli ama il suo divino Padre di un amore eterno, immenso e infinito.

Ama Sua Madre, e le grazie inconcepibili di cui il nostro Salvatore l'ha colmata fanno vedere incontestabilmente che questo amore è senza misura e senza limite.

Ama la Chiesa i cui sacramenti, specialmente l'Eucaristia, compendio di tutte le meraviglie di Dio, sono altrettante fontane inesauribili di grazie e di santità che hanno la loro sorgente nell'oceano immenso del Sacro Cuore del nostro Salvatore.
Ci ama infine tutti e ciascuno come Suo Padre lo ama.

San Giovanni Eudes non ci insegna soltanto a guardare il Cuore di Gesù, ma anche ad accogliere questo dono meraviglioso: il Cuore di Gesù ci viene donato perché sia il nostro cuore.
Offriamogli e doniamogli i nostri cuori, come lui ci dona il suo.
Ci ha donato il suo interamente: doniamogli i nostri interamente e senza riserve

I nostri poveri cuori umani, immersi nell'amore di Cristo, possono già amare Dio di un amore infinito.
Il Cuore di Cristo ci è rivelato per mezzo del mistero della Croce.
Giovanni Eudes ha una bella formula: Al centro della Croce, il Cuore.
Il grande Cuore che ci è donato, dice San Giovanni Eudes, è il Cuore di Gesù, e con Esso c'è il Cuore di Suo Padre, c'è lo Spirito Santo; c'è anche il Cuore di Sua Madre e di tutti gli uomini, perché nel donarci Suo Figlio, Dio ci ha donato tutto.
Offriamogli il suo proprio Cuore, poiché ce lo ha donato, esso è tutto nostro e noi non potremmo offrirgli niente che gli sia più gradito"

domenica 4 dicembre 2011

LO SVILUPPO DELLA DEVOZIONE AL CUORE DI GESU' NEL CORSO DEI SECOLI -Prima parte

Dal volume "Preghiere al Sacratissimo Cuore di Gesù"- Editrice Shalom




"Nei primi secoli del Cristianesimo non si sviluppa tanto la spiritualità del Cuore di Gesù. quanto si approfondisce la meditazione sulla piaga del Costato di Cristo.

Tertulliano vi vede l'apertura, salvifica per ogni credente, dalla quale nascono i sacramenti e la stessa Chiesa. 

San Girolamo e sant'Agostino amano paragonare la nascita di Eva dalla costola di Adamo addormentato con la nascita della Chiesa, Eva salvatrice, dal costato del nuovo Adamo "addormentato" sulla Croce.

L'apertura del costato è contemplata come l'arca (di cui quella di Noè costituisce prefigurazione) che accoglie e salva chiunque vi cerchi rifugio.
Sul finire del secolo X si diffonde la devozione alle cinque Piaghe del Signore.
San Pier Damiani testimonia in una delle sue più belle preghiere quanto fosse radicato e profondo, nel suo periodo storico, l'impegno a meditare sulla Passione di Cristo.
Questa devozione si diffonde ben presto dagli ambienti monastici al popolo, dove riceve nuovo impulso alla predicazione dei francescani e domenicani tra il finire del XII e l'inizio del XIII secolo.

Soltanto a partire dal secolo XI si è incominciato ad associare il Cuore fisico di Gesù, trafitto con una lancia sulla croce, al suo amore per noi.
Così si esprime San Bonaventura: Perché dal fianco di Cristo morto in croce fosse nata la Chiesa e si adempisse la Scrittura che dice Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto, per divina disposizione è stato permesso che un soldato trafiggesse e aprisse quel sacro costato.
Ne uscì sangue e acqua, prezzo della nostra salvezza.
Lo sgorgare da una simile sorgente, cioè dal segreto del cuore, dà ai sacramenti della Chiesa la capacità di conferire la vita eterna ed è, per coloro che già vivono in Cristo, bevanda di fonte viva che zampilla per la vita eterna.


Due mistiche cistercensi sviluppano nel corso del VII secolo la devozione al Sacro Cuore di Gesù.

La prima in ordine cronologico è Matilde di Hackenborn, che contempla nel Cuore del Cristo la casa rifugio dove entrare per trovare pace e gioia anche nei giorni di dolore.

L'altra è santa Geltrude la Grande, che nei suoi scritti contempla (e ne diffonde la devozione) il Cuore del Cristo Risorto, sorgente d'acqua viva che si versa sulla terra per santificare i giusti, convertire i peccatori, e nel Purgatorio a recare refrigerio alle anime sofferenti.
Per lei, la spiritualità del Cuore di Gesù è un invito alla gioia, all'abbandono fiducioso in lui, alla ricerca di maggiore intimità con l'Amato che si realizza nella partecipazione alla liturgia e alla mensa eucaristica.

La devozione al Sacro Cuore di Gesù si sviluppa, inoltre, e si approfondisce contemporaneamente al diffondersi dell'adorazione eucaristica: nel 1300 in Germania, il Santissimo Sacramento viene esposto in un ostensorio che ha la forma del Cristo in Croce, nel quale l'Ostia era posta, sotto vetro, in mezzo al petto (dunque al posto del cuore).

venerdì 2 dicembre 2011

PREGHIERA DI SAN TOMMASO D'AQUINO AL SACRO CUORE



DAMMI UN CUORE COME IL TUO




O Gesù che tanto mi ami, ascoltami, te ne prego.
Che la tua volontà sia il mio desiderio, la mia passione, il mio amore.
Fa' che io ami quanto è tuo; ma soprattutto che io ami te solo.
Dammi un cuore così pieno d'amore per te, 
che nulla possa distrarmi da te.
Dammi un cuore fedele e forte,
che mai tremi né si abbassi;
un cuore retto che non conosca le vie tortuose del male;
un cuore indomabile, sempre pronto a lottare;
un cuore valoroso, che non indietreggi alla vista degli ostacoli; 

un cuore umile e dolce come il tuo, Signore Gesù.




(San Tommaso D'Aquino)