Il 24 gennaio ricorre la memoria liturgica di San Francesco di Sales, vescovo e dottore della Chiesa, che (come detto in un altro post) anticipò la devozione al Cuore Sacratissimo di Gesù e fondò -assieme a Santa Giovanna Francesca di Chantal- l'ordine della Visitazione, quello in cui visse come religiosa Santa Margherita Maria Alacoque.
Nell'Anno della Fede ed in questo mese di gennaio, ecco allora un brano sul Sacro Cuore, tratto dagli scritti del Santo.
IL CUORE APERTO
"Dopo che Gesù era già morto sulla croce, uno dei soldati gli aprì il costato con la lancia e subito ne uscì sangue ed acqua.
Squarciato il fianco, si poté constatare che Egli era proprio morto per la malattia del suo Cuore, ossia per l'amore del suo Cuore.
Nostro Signore ha voluto che il suo costato venisse aperto perché potessimo vedere i pensieri del suo Cuore, pensieri di amore per noi, creature formate a sua immagine e somiglianza e suoi figli amati.
E così ci rendessimo conto di quanto Egli desideri colmarci di grazie e donarci il suo stesso Cuore.
Il secondo motivo è perché andiamo a Lui con fiducia totale, per ritirarci e nasconderci nel suo costato, al riparo dagli assalti del nemico, per trovare lì pace e riposo.
Infatti Egli ha permesso che gli fosse aperto il costato proprio per accoglierci in esso con una benevolenza e un amore che non hanno uguali.
Il fianco trafitto del Salvatore ci svela come Egli abbia scelto la morte di croce per testimoniare l'amore che aveva per noi.
Un solo sospiro del suo Cuore sarebbe stato più che sufficiente per salvarci, ma Egli non poteva essere appagato se non fosse morto proprio d'amore.
Infatti più si ama, più si desidera soffrire per la persona amata.
E' un fatto incomprensibile che Dio ci abbia tanto amato da lasciar morire il proprio Figlio per noi che avevamo meritato la morte.
Il Figlio di Dio muore su una croce: chi ve lo ha messo?
Certamente l'amore.
Ora, poiché è certo che è morto d'amore per noi, il minimo che possiamo fare è vivere d'amore per Lui.
Guarda il Salvatore sulla croce: Egli ci conosceva tutti per nome e per ciascuno formulava pensieri d'amore, per te diceva al Padre: "Prendo su di me tutti i peccati, soffrirò i tormenti della morte affinché egli non perisca.
Che io muoia purché egli viva"!
Così con tenerezza materna, il Cuore divino prevedeva, disponeva, otteneva per ciascuno di noi tutti i benefici e le grazie di cui godiamo.
Che cosa può temere chi si sa amato in tal modo?
Stringiti dunque al Cuore di Gesù come un bimbo a sua madre.
Egli ti porterà, ti solleverà, ti condurrà fra i sentieri sassosi di questa vita mortale.
Egli ti porterà, ti solleverà, ti condurrà fra i sentieri sassosi di questa vita mortale.
Se guardi spesso il Cuore del Signore è impossibile che tu non lo trovi sommamente amabile perché è un Cuore estremamente dolce, soave, condiscendente, così innamorato di noi misere creature, così disposto a fare grazia ai miseri, così buono verso quanti si pentono!
Là, nel Suo Cuore trafitto leggo scritto col Suo Sangue il mistero del Suo amore, adoro la testimonianza inestimabile della Sua immensa misericordia.
Per la larga apertura che la lancia fece nel costato del mio buon Maestro io penetro fino al Suo Cuore, lì vi riposo nella misericordia del mio Dio, lì trovo ogni bene.
Io voglio stabilire la mia dimora nella ferita che la lancia ha aperto nel costato del mio Gesù, lì, in quella fornace di amore.
Presso questo focolaio ardente si rianimerà la fiamma spesso languente del mio amore.
Signore, il tuo Cuore è la vera Gerusalemme: concedimi di sceglierlo per sempre come luogo del mio riposo.
Abitando in questa città divina io berrò a lunghi sorsi alle fonti del mio Salvatore, accosterò le mie labbra al sangue che ne stilla, me ne inebrierò e in questa santa ebrezza andrò cantando per le vie di Gerusalemme l'alleluia dell'amore".
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