venerdì 12 giugno 2015

FIGLIO MIO, DAMMI IL TUO CUORE (Prv 23,26) - Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù




Nella Nuova Vulgata il versetto 26 del capitolo 23 dei Proverbi, viene così riportato:
"Figlio mio, dammi il tuo cuore".
Alla base di tutta la vita "umana", ma anche divina di Gesù ritroviamo esattamente questo mistero, quello di un Figlio che ha donato tutto il Suo Cuore al Padre, con tutto l'amore di cui era capace. Un amore divino, sì, ma anche umano.

Sacro Cuore di Gesù, del Rohden. La tela sovrasta l'Altare maggiore della Basilica del Sacro Cuore a Roma.
In basso, sorretta da un angelo, la scritta "Praebe, Fili mi, Cor tuum Mihi": "Figlio mio, dammi il tuo cuore".
Foto dal sito della Basilica

Pensiamo alle tentazioni molteplici che il Cuore umano di Cristo dovette patire e che vinse: esse son ben più numerose delle tre che i Vangeli ci descrivono ed è in modo particolare Luca che ce lo fa comprendere, sottolineando, nell'incipit della pericope che:
"Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo" (Lc 4,1-3).
Alla fine di questi quaranta giorni il diavolo sferrò le tre grandi tentazioni del cibo, del potere, della superbia,  ma comprendiamo dal Vangelo che tutto quel lasso di tempo fu una continua preghiera, penitenza e tentazione per Gesù.
Questi dettagli ci conducono su un altro mistero taciuto dagli evangelisti: le tentazioni durante l'intera vita di Cristo.
Satana non seppe fin da subito che Gesù era Figlio di Dio. Lo si evince dai Vangeli e vari santi e scrittori spirituali attestano che la sua nascita in umili condizioni fosse proprio stata voluta da Dio per garantire quella "vita nascosta" che Gesù condusse per ben trent'anni.
Ma se il "mestiere" del demonio è quello di tentare tutti gli uomini per indurli al male e farli cadere nel peccato, allora è naturale che abbia agito così anche con Cristo, che non solo era considerato un uomo, ma, pur essendo anche Dio, possiede realmente la natura umana.
Di più: trovandosi dinanzi ad un Uomo dalle virtù perfette, maggiori saranno state le tentazioni sferrate dal diavolo, tentazioni proporzionate a quell'incomparabile, perfetto grado di santità in cui Cristo viveva.
Gesù - non dimentichiamolo - in quanto Uomo godeva del libero arbitrio, al pari di tutto il genere umano.
Il Suo Cuore avrà vissuto come ogni cuore umano le tentazioni che il diavolo è solito scatenare all'interno delle creature, ed in sommo grado, proprio perché somma era la purezza e la bontà di Cristo.
Le tre tentazioni nel deserto ne sono la conferma: il demonio - che ora sa chi è Gesù - propone delle suggestioni umanamente impossibili, suggerisce delle seduzioni estreme, perché estrema è la santità di Colui che egli tenta.
Dunque, trovandosi dinanzi ad un Uomo dalle virtù coltivate in sommo grado, dalla perfezione mai vista sulla terra...certamente le tentazioni scatenate dal demonio contro Cristo saranno state le più grandi mai patite da ogni comune mortale.
Se il Cuore di Gesù è "mite ed umile" è dunque sia perché tale era la Sua perfetta natura umana, sia perché, giorno dopo giorno Egli ha rifiutato ogni suggestione diabolica, reagendo con mitezza all'ingratitudine umana che il demonio sfruttava per tentarlo di superbia o d'ira; e con umiltà ad ogni lode e adorazione di quanti credevano in Lui, tutti aspetti che Satana voleva sfruttare per tentare Gesù di superbia.
Se proviamo per un attimo ad immaginare la somma di tutte le tentazioni umanamente subite da Gesù (ed è ovvio che Egli le abbia subite, essendosi caricato di tutti i peccati degli uomini), possiamo dire che se Egli le vinse fu proprio perché - umanamente parlando - rimase "fedele" a quel grande amore che lo lega, in quanto Figlio, al Padre, a quella richiesta "Dammi il tuo cuore"!
Satana ha tentato di sviare quel cuore dal cuore di Dio, ma Cristo è rimasto Cuore di Figlio, fedele al Padre; Cuore di Sposo fedele alla Chiesa; Cuore di Padre - perché del Padre ci mostra il cuore!- fedele ai suoi figli; Cuore di Amico fedele agli amici fino a dare la vita per loro; Cuore di creatura fedele alla fedeltà di Dio.
Gesù ha dato tutto il Suo Cuore al Padre...e così facendo lo ha donato anche a ciascuno di noi.
Lo ha fatto per amore, perché in Lui si realizza quell'espressione colma di senso che spesso si dicono gli innamorati: "Ti dono per sempre il mio cuore" o "il mio cuore è nelle tue mani".

Quest'oggi, Solennità del Sacro Cuore di Gesù, meditiamo su come anche noi - ad imitazione di Cristo - siamo chiamati a dare il nostro cuore al Padre ed in questa donazione a Dio siamo chiamati anche a renderci dono per i nostri fratelli.
Cristo non ha avuto timore di amare fino in fondo, donando quel Cuore preziosissimo al Padre, e donandolo a noi, affinché ne sappiamo fare tesoro, anzi, affinché sappiamo arricchirci dei tesori inesauribili in Esso contenuti.
Possiamo fare altrettanto anche noi, vincendo le innumerevoli tentazioni che ogni giorno il demonio ci propone, ricordando che se noi siamo uomini, anche Gesù lo era quando fu tentato (e lo è ora che è stato glorificato!): "In Cristo noi contempliamo la fedeltà di Dio. Ogni gesto, ogni parola di Gesù lascia trasparire l’amore misericordioso e fedele del Padre.
E allora dinanzi a Lui ci domandiamo: com’è il mio amore per il prossimo? So essere fedele? Oppure sono volubile, seguo i miei umori e le mie simpatie? Ciascuno di noi può rispondere nella propria coscienza. Ma soprattutto possiamo dire al Signore: Signore Gesù, rendi il mio cuore sempre più simile al tuo, pieno di amore e di fedeltà."
(Papa Francesco, Omelia per la Solennità del Sacro Cuore di Gesù, 27 giugno 2014)
Se sapremo essere fedeli in questa donazione del cuore, intesseremo un dialogo d'amore con il Cuore che, più di tutti, ci ha amati e ci ama.

BUONA SOLENNITA'  A TUTTI!



PREGHIERA AL SACRO CUORE

della Beata Eugenia Ravasco


O Signore, fa' che tante anime 
sviate dal retto cammino trovino nel vostro Ss. Cuore 
quella pace e gioia 
che inutilmente cercano lontano da te.
Per i meriti della tua passione
eusaudisci speciali misericordie 
facendoci strumenti abili a moltiplicare e dilatare 
la tua gloria, 
e soprattutto infiammaci d'amore santo 
onde vivere e morire per Dio solo.

Pater, Ave, Gloria

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