martedì 1 maggio 2012

APPROFONDIMENTO SULL'ENCICLICA HAURIETIS AQUAS - terza parte




APPORTO DELLA HAURIETIS AQUAS AL CULTO DEL CUORE TRAFITTO DI CRISTO

L'enciclica H.A. propone alla considerazione dei credenti i fondamenti biblici (H.A. n12-19), patristici (H.A. nn 24-25), e teologici (H.A. nn. 26-28) del culto al Cuore SS. di Gesù, e da essi trae validi argomenti per una più profonda giustificazione ed illustrazione di questo culto nella sua natura e nei suoi frutti spirituali.

L'Enciclica di Pio XII non impressionò, al suo tempo, l'opinione pubblica che non era all'altezza di comprendere il non facile argomento, e guardava la devozione al Sacro Cuore solo come espressione di pietà popolare e non percepiva la diversità tra culto, devozione, forme di pietà in quanto espressioni di profonda devozione, e pratiche devozionali.

Se si aggiunge a questo la redazione formalmente tecnica del documento, che richiama affermazioni dogmatiche e la teologia di San Tommaso d'Aquino, non meraviglia che non poteva essere afferrata se non da chi fosse al corrente delle indagini sulla crisi della devozione e sui tentativi per superarla.

L'enciclica, con inattesa forma in materia, dottrinale cioè prima che esortativa, ha inteso precisare alcuni punti relativi al culto del Sacro Cuore, lasciando tuttavia aperta la porta alla teologia di indagare ulteriormente.
Ma senza dubbio, l'H.A. voleva essere una esortazione a praticare il culto al Sacro Cuore, in tutte le forme già in uso, in modo da andare all'essenziale perché la pietà dei fedeli fosse più illuminata, più ecclesiale, più conforme alla vita liturgica.

I punti che l'H.A. precisa possono essere rcchiusi in tre settori: quello biblico, quello dogmatico-teologico, quello storico.
In primo luogo Pio XII mette la base: il culto al Sacro Cuore biblicamente si fonda sul fatto che l'amore è il motivo dominante sia dell'Antico che del Nuovo Testamento.
Ciò che l'Antico Patto anticipa è prefigurazione e preparazione di ciò che nel Nuovo Testamento viene esplicitato alla luce dell'Incarnazione, in cui l'amore divino divenne sensibile e spirituale ed entra in relazione con il cuore umano di Gesù.
Nel mistero Pasquale il cuore umano di Gesù trafitto sulla Croce e sempre vivo alla destra del Padre continua ad attrarre e conformare a sé il cuore dei discepoli.
Nell'enciclica sono citati molti testi biblici, il primo posto spetta al Vangelo secondo Giovanni e tutti questi testi sono messi in rapporto ai testi veterotestamentari che spazioni dai libri attribuiti a Mosé, Isaia, Ezechiele, Geremia, Osea, Zccaria e al Cantico dei Cantici.

In secondo luogo si trova il rapporto dogmatico-teologico che fonda nel simbolismo del Cuore di Gesù, unito alla persona del Verbo, il motivo di un culto speciale.
Ma poiché il Cuore di Gesù, trafitto dalla lancia, oltre che simbolo, è stato anche strumento dell Divinità nella nostra salvezza, indice e segno del suo triplice amore, nell'unione dell'elemento materiale con quello spirituale connota il mistero dell'Incarnazione.
D qui deriva che il Cuore di Cristo può essere oggetto di culto non diverso da quello che si tributa al Verbo Incarnato.
Per questa connessione poi esso è d considerare quale simbolo dell'amore che il Cristo ha comune con il Padre e lo Spirito Santo, e finalmente anche quale simbolo del Dio che è Carità.
La precisazione storica apportata da Pio XII è che il culto al Cuore di Cristo non è disgiunto dal culto quale proviene dal riconoscimento della vera divinità e vera umanità di Cristo, Verbo Incarnato.
Questa adorazione di Cristo unita alla venerazione delle sue Piaghe gloriose, in qualche modo sia pure implicito contiene ciò che meglio verrà esplicitato successivamente, ma che implicitamente è sempre esistito nella Chiesa.
Al loro tempo i Padri dell Chiesa compresero e svilupparono i concetti paolini della Incarnazione e Redenzione in quanto opera dell'amore di Cristo, continuata dall'azione dello Spirito Santo anche se non la misero in relazione esplicita con il simbolismo del cuore di Cristo.
In forma sempre più esplicita il culto al Cuore di Cristo si è imposto per merito dei mistici, dei Dottori, dei Santi.
E' nell'ambito della Comunione dei Santi, che tutti i fedeli che, guidati dallo Spirito Santo, hanno meditato, contemplato e vissuto l'amore di Dio, e ne hanno scrutato in Cristo le inesauribili ricchezze.

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