giovedì 26 aprile 2012

APPROFONDIMENTO SULL'ENCICLICA HAURIETIS AQUAS -seconda parte



                                                    
LA HAURIETIS AQUAS NEL MAGISTERO DI PIO XII

Non si può dubitare che per Pio XII l'H.A. avrebbe dovuto essere letta e accolta nella direzione del suo piano di Magistero ordinario quale è possibile intuire tenendo presenti alcune delle sue precedenti encicliche: la Mystici Corporis, la Divino Afflante Spiritu, la Mediator Dei.

Il futuro Card. Bea così presentava l'H.A. nell' opera che la commentava:

Questa ultima grande enciclica può con ragione considerarsi come un suo testamento spirituale, col quale il grande Maestro della fede termina la sua vasta e feconda azione dottrinale.

Pio XII, infatti già nell'enciclica Mustici Corporis, volendo rispondere al senso ecclesiale che si andava intensificando tra i fedeli dall'amore per la liturgia, dalla partecipazione più frequente all'Eucaristia ed anche da un più intenso culto al Sacratissimo Cuore di Gesù che alla liturgia e all'Eucaristia porta, mostrava di considerare anche il culto al Sacro Cuore tra i sostegni per una retta spiritualità e vita ecclesiale.

Invitando alla riflessione teologica sulla Chiesa, tra le profonde considerazioni che richiama fin dalla prima parte della Mystici Corporis, non mancava di connotare la Chiesa, alla luce del senso pieno della Parola ispirata letta nelle interpretazioni dei santi Padri, come nata dal mistero del Cuore di Cristo trafitto sulla Croce.
Con la Divino afflante Spiritu, Pio XII invitava, a tenere conto del senso spirituale della Sacra Scrittura, ordinato da Dio, insegnato da Cristo, professato dagli apostoli, additato constantemente dalla Tradizione della Chiesa e e passato nella liturgia.
Sarà appellandosi a questo principio che nella H.. Pio XII ha come inaugurato un metodo per consultare la Scvrittura circa il Cuore di Cristo.
Non ci si può limitare infatti a cercare il termine cuore, si deve allargarne la visuale all'amore di Dio per l'umanità e soprattutto all'amore manifestato mediante l'Incarnazione e l'umanità di Cristo, cardine della salvezza di cui la Chiesa, Corpo Mistico, è strumento.
E' proprio perché è con la Liturgia che si penetra nel mistero del Corpo mistico, della Chiesa e nel mistero di Cristo, che anche con l'enciclica Mediator Dei Pio XII preparava le basi di una considerazione del culto al Sacro Cuore.
Questo infatti, per la celebrazione liturgica annuale, appartiene alla vita dell Chiesa.
Ma ancor più per la sua unione intima al culmine stesso della liturgia, il sacrificio eucaristico, quale unico atto di culto in cui convergono la Liturgia della Parola e la liturgia eucaristica, ne prepara la comprnesione e ne esplicita il senso.
Quattro volte nella Mediator Dei il Papa parla del Cuore di Cristo.
Comincia con il ricordare che dal fianco trafitto di Gesù provengono i sacramenti, dai quali vengono distribuiti agli uomini i frutti della Redenzione.
Torna poi  dire che l'esercizio della devozione al Sacro Cuore ha contribuito, a suo modo e unitamente a simili forme di devozione e pietà, allo sviluppo della comprensione e partecipazione alla liturgia.
Ed ancora parla del rifugio che Gesù ha aperto per tutti gli uomini nel suo Cuore, in quanto Cristo, vivo presso il Padre, ripresenta continuamente al Padre le gloriose stimmate della sua Passione.
Così gli uomini possono confidare sia nel Cuore di Colui che intercede per loro, sia nella potenza di Maria Santissima presso il Cuore di Gesù.
Per questo Pio XII poteva, nel contesto della difesa degli esercizi di pietà, raccomandare anche la pia pratica del mese di giugno, dedicato al Cuore di Gesù, come un esercizio benefico per la vita liturgica dei fedeli.

Nessun commento:

Posta un commento