domenica 6 maggio 2012

APPROFONDIMENTO SULL'ENCICLICA HAURIETIS AQUAS - quarta parte



EFFETTI E DURATA DELL'INFLUSSO DELLA HAURIETIS AQUAS

L'enciclica di Pio XII fu generalmente ben accolta nella Chiesa, anche se non trovò in tutti i teologi la medesima accoglienza.
Certe loro discussioni, rimaste nell'ambito della specializzazione, hanno fatto sentire quanto sarebbe stato urgente seguire la linea degli approfondimenti positivi, per rivitalizzare tutte le espressioni e pratiche della pietà non liturgica.
Alcuni studi furono promossi negli anni precedenti il Concilio Vaticano II, ma con l'attenzione rivolta alla straordinaria vastità delle novità conciliari, non ebbero molto seguito.
Sul piano della pratica del culto molto di più si sarebbe dovuto fare.
Per questo le incomprensioni denunciate da Pio XII non furono superate.
I Successori di Pio XII hanno mostrato di apprezzare e considerare necessaria la ricchezza degli orientamenti offerti dll'enciclica.

Giovani XXIII, per prendere uno dei suoi testi, nella Lettera Apostolica del 30 giugno 1960 sulla devozione al Preziosissimo Sangue, ebbe a dire di quella al Sacro Cuore:
E così alta e unanime è stata la stima dei Sommi Pontefici verso questa devozione, che essi si compiacquero di illustrarne la natura, difenderne la legittimità, inculcarne la pratica con molti atti ufficiali, cui hanno posto coronamento tre importanti Encicliche su questo argomento.


Paolo VI, che venne eletto il giorno della festa del Sacro Cuore, prendendo l'occasione dal secondo cenentario della concessione di Clemente XIII, pubblicò un Lettera Apostolica per ricordare il senso dell'avvenimento, esprimendo insieme il desiderio che a tutte le categorie di fedeli fossero spiegati nel modo più adatto e completo i profondi e reconditi fondamenti dottrinali che illustrano gli infiniti tesori di carità del Sacro Cuore e che si alimentasse sempre più la devozione nel loro animo.
Polo VI indicò anche quello che riteneva essere il modo migliore per raggiungere quello scopo: insistere cioè sulla partecipazione alla Santa Eucaristia, poiché nel Sacrificio Eucaristico viene immolato e si riceve il medesimo nostro Salvatore, sempre vivo per intercedere per noi , dal Cuore trafitto dalla lancia del soldato che riversò sul genere umano il fiotto del suo sangue misto ad acqua.
Secondo Paolo VI era quello il mezzo adatto per riaccendere la devozione, al fine di far vivere intensamente la partecipazione dei cristiani al Corpo Mistico di Gesù.

Giovanni Paolo II ha molto scritto e fatto per sviluppare il culto al Sacro Cuore nella Chiesa tutta, a partire dalla sua prima enciclica, la Redemptor Hominis, fino al Messaggio pubblicato nel 1999, in occasione del centenario della consacrazione del genere umano al Sacro Cuore, e all'ultimo invito a contemplare con gli occhi di Maria l'immenso mistero di questo amore misericordioso che scturisce dal Cuore di Cristo, nel testo preparato per il Regina Caeli del 3 aprile 2005.

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