"Gesù, ritto in piedi, gridò:
«Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me.
Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva».
Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i
credenti in lui: infatti non vi era ancora lo Spirito, perché Gesù non
era ancora stato glorificato".
(Gv 7,37-39)
La Parola di oggi ci rimanda sottilmente al mistero del Cuore trafitto di Cristo: ritroviamo la descrizione del fiume che scorre accanto al Tempio e le cui acque sgorgano dal Santuario, dotate del potere di risanare chi rimane in esse (Ez 1-2; 8-9:12); il Salmista (Sal 46) ci parla di un fiume che rallegra la Citta' di Dio e Gesù, nel Vangelo, ci dice che il Suo Corpio è Tempio Santo di Dio (Gv 2,13-22).
L'idea del fiume e del Tempio riportano alla mente proprio le parole che Cristo stesso ha proferito nel Vangelo di Giovanni sopra riportato, ricapitolando una serie di passi dell'Antico Testamento, specialmente del profeta Isaia:
"O voi tutti assetati, venite all'acqua,
voi che non avete denaro, venite,
comprate e mangiate; venite, comprate
senza denaro, senza pagare, vino e latte"
voi che non avete denaro, venite,
comprate e mangiate; venite, comprate
senza denaro, senza pagare, vino e latte"
(Is 55,1)
E' dal Cuore di Cristo - Tempio Santo di Dio e Tabernacolo dell'Altissimo - che questo fiume di acqua viva sgorga e scorre... nel momento in cui viene trafitto. Da Esso fuoriescono Sangue ed Acqua, simbolo dei Sacramenti della Chiesa.
Non a caso, in Ezechiele, nella prima lettura, si parla di un fiume che sfociando nel mare, ne risana le acque.
Il mare - dalle forti connotazioni negative - diventava così il simbolo di quell'abisso di peccato in cui l'uomo era caduto, e da cui Gesù Cristo è venuto a salvarlo.
In realtà, si può dire che già la vita stessa di Gesù è uno scorrere incessante di questo fiume di acqua che risana: quanti malati curati! quanti indemoniati liberati! quante perversioni umane risanate! quanti poveri arricchiti della Sua presenza!
Il Cuore di Gesù che cessa di battere sulla Croce, quel Cuore che viene trafitto da una lancia, fino a dare "tutto" anche le ultime Gocce, è proprio la fonte inesauribile di questa acqua viva che purifica e guarisce. Soprattutto, di questa acqua che da' la vita vera, la vita eterna.
Il mistero del fiume, allora, per noi è già oggi motivo di gioia; col salmista possiamo esultare e rallegrarci anche noi: il Cuore di Gesù, da cui sgorga l'acqua viva, è già con noi.
Lo ritroviamo presente nell'Eucaristia, laddove vi è il "Cuore eucaristico" di Gesù; lo ritroviamo negli altri Sacramenti, con i quali sempre torniamo ad essere "lavati" dalle Sue acque che risanano e dissetati nel nostro bisogno di amore vero.
San Paolo, però, nella seconda lettura (1Cor 3,9-11.16-17) ci ha detto che anche noi siamo tempio di Dio.
Ciò vuol dire che vivendo in grazia Dio abita in noi e farLo dimorare nella nostra anima significa conformarsi ai sentimenti e ai desideri del Cuore di Gesù, come Egli ha vissuto conformandosi in tutto alla volontà del Padre.
Il Suo Cuore ci lascia un comando grande, bello, a volte difficile da vivere, ma possibile in Colui che ci da' forza: amarci come Egli ci ha amato.
Lo Spirito Santo ci darà questa forza!
Lo Spirito Santo ci darà questa forza!
Ecco perché nella prima lettura, Ezechiele parla degli alberi da frutto che crescono sulla riva, lungo il torrente, le cui foglie non appassiranno e che saranno medicina, così come i frutti saranno cibo.
Siamo chiamati ad essere nutrimento per gli altri: a donarci per i fratelli, a soccorrerli non solo materialmente, ma anche spiritualmente.
"Voi stessi date loro da mangiare" (Mc 6,37). E' l'invito forte che oggi risuona per noi.
Nutriti di Lui, potremo nutrire gli altri di noi stessi, se Lui sarà in noi, con noi e per noi.
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