Nuovo Testamento
Cristo è vero Dio e vero Uomo.
Come vero Uomo, offre al Padre il prototipo di quel Cuore nuovo con il quale il popolo della nuova alleanza deve tornare a Dio: un cuore obbediente per amore.
Tutta la sua vita terrena, dall'infanzia alla vita pubblica fino alla croce, è totale e libea adesione alla volontà del Padre: "Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono" (Eb 5,8-9)
Come vero Dio, Cristo mostra agli uomini con quale amore le creature sono amate dal Creatore:
- "Ho sete" (Gv 19,28): Sulla croce Gesù ricorda al mondo il perché della su Incarnazione: egli ha sete di anime. Il suo Cuore è ricco di acqua viva alla qule può attingere chiunque va a Lui con amore.
- "Tutto è compiuto"!(Gv 19,30): Gesù compie l'opera di salvezza affidatagli dal Padre, portando a termine il disegno divino espresso dalle Sacre Scritture.
- "...e subito ne uscì sangue ed acqua" (Gv 19,34): dal Cuore trafitto di Cristo esce il Sangue che purifica il popolo della nuova alleanza e che lo prepara a ricevere lo Spirito Santo. E l'Acqua, cioè la grazia santificante dei Sacramenti, dono della Misericordia del Creatore alle sue fragili creature.
- "Volgeranno lo sguardo colui che hanno trafitto" (Gv 19.37): il colpo di lancia del soldto romano apre un varco nel costato che mostra alle gente il Cuore di Cristo.
L'atto di violenza di un uomo porta a compimento il progetto di Dio: mostrare al mondo, per sempre, il Suo Cuore aperto ad accogliere ogni creatura.
La ferita nel costato di Cristo resta anche oggi una palpitante realtà-segno che invita d entrare in comunione con il Cuore di una Persona che, "Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine" (Gv 13,1)
Contemplando Gesù sulla croce e il suo cuore trafitto, Giovanni deve essersi ricordato di quel giorno nel tempio di Gerusalemme, quando Gesù disse, in forma solenne: "Chi ha sete venga a me e beva chi creda in me! Come dice la Scrittura, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno" (Gv 7,37-38)
Nel libro dell'Apocalisse, Giovanni ritorna a parlare di questa contemplazione del cuore trafitto con una frase incisiva e profetica: "Ecco, viene sulle nubi e ognuno lo vedrà; nche quelli che lo trafissero" (Ap 1.7).
Si trova qui il fondamento biblico di due elementi importanti dell spiritualità del Sacro Cuore di Gesù: contemplazione e riparazione.
Contemplare la croce di nostro Signore Gesù Cristo ci fa ricordare che il Cuore di Gesù Cristo continua ad essere trafitto dalla nostra ingratitudine e dai peccati del mondo.
"Venite a ame voi tutti, che iete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
Prendete il mio giogo opra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le votre anime.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero" (Mt 11.28-30)
"Venite a me"....: è questo il Cuore di Gesù, un cuore misericordioso che si preoccupa delle sofferenze dell'essere umano, di tutti i nostri problemi e dolori; un cuore solidale con i poveri e gli oppressi.
"Imparate da me e dal mio cuore": è contemplndo il cuore umano di Gesù che impareremo la bontà, la misericordia, la compassione, la solidarietà, l'amore preferenziale per i poveri, per i piccoli, per gli ammalati, per gli esclusi e per tutti quelli che soffrono.
Impararemo ad amare come gli amava.
"Tommaso, stendi la tua mano e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo, ma credente...Beati quelli che, pur non vendo visto, crederanno".
Come agli Apostoli nel giorno della risurrezione, anche a Tommaso Gesù chiede di guardare e toccare il suo cuore trafitto ("il mio costato") (cfr Gv 20.27)
Per l'evangelista Giovanni, contemplare il cuore trafitto e i segni della crocifissione signifdica fare l'esperienza concreata del Cristo vivo e salvatore.
Nessun commento:
Posta un commento