venerdì 4 settembre 2015

Meditazione per il Primo Venerdì del mese


L'OPPORTUNITA' TEOLOGICA  

DEL CULTO AL SACRO CUORE

Piero Mainardi [1]




«Nel Sacro Cuore si venera il Cuore di Cristo, ovvero la sua umanità in quanto ipostaticamente unita al Verbo. Ed infatti il culto del Cuore non è se stante, ma unito alla persona di Cristo. Il Cuore costituisce l'oggetto immediato e diretto del culto, ma non l'oggetto ultimo che risiede nella persona del Verbo incarnato. La devozione del Cuore di Cristo favorisce lo sviluppo della pietà cristiana e la meditazione sui suoi misteri principali.
La contemplazione del Cuore rimanda al suo amore per noi e alle sofferenze della Passione incitando nell'umanità il desiderio di ricambiare tale amore e al tempo stesso di riparare le ingiurie che gli uomini di tutti i tempi arrecano a Cristo, vanificando in tal modo, la sua sofferenza.
Tale culto agevola il percorso della triplice via della santità: purgativa, illuminativa e unitiva [2].
La purgativa passa dalla contemplazione della sofferenza di Cristo nella quale vediamo gli effetti dolorosi che i nostri peccati provocano direttamente su Gesù e determinando in noi pentimento e contrizione; la via illuminativa si coglie misticamente nel gesto dell'apostolo Giovanni che poggia la testa sul petto di Gesù o nell'osservare lo squarcio prodotto dalla lancia nel costato attraverso il quale si scorgono i misteri di amore di Dio per l'uomo e attraverso il quale è possibile istruirsi su tutte le virtù praticate da Gesù e in special modo quelle di umiltà, amore e obbedienza; la via unitiva è determinata dalla forza stessa unitiva dell'amore che tende ad unirsi e a fondersi nell'oggetto amato.
L'amore di Cristo, perfettamente rappresentato iconograficamente con le fiamme che ardono sul cuore, deve incendiare d'amore il cuore dell'uomo convertendo i peccatori, infervorando i tiepidi, rendendo perfetti i giusti e accendendo di zelo i sacerdoti.
Il Sacro Cuore, segno di salvezza, è presentato da santa Margherita, come una sorta di "secondo mediatore", operante una mediazione speciale tra Dio e gli uomini, attraverso la quale si potevano rinnovare nelle anime gli effetti della redenzione di Cristo in un contesto di devozione per i "tempi ultimi", rispetto ai quali i peccati si moltiplicano a tal punto da rendere necessario un nuovo intervento da parte di Dio che, nel rivelare questa devozione, infonde nuovamente nei cuori l'amore e il desiderio di conformarsi a Cristo, e alle società politiche, ai popoli e alle nazioni la possibilità di raggiungere un rinnovamento spirituale attraverso il quale conseguire la pace e la giustizia».

[1] Piero Mainardi, L'amore di Dio, dal Sacro Cuore alla Divina Misericordia,  D'Ettoris Editori, 2013, pp. 99-101.


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