Nel
Vangelo di oggi (Mc 12,1-12) Gesù ci offre la parabola dei "vignaioli
omicidi", una parabola che, in fin dei conti, possiamo parzialmente
applicare a ciascuno di noi, se veramente diciamo che Cristo è morto per
i nostri peccati.
Colpisce quella parola del Padre: "Avranno rispetto per mio figlio"!
E'
una parola che ci scuote, perché ci ricorda la triste realtà umana, una
realtà che ci mette dinanzi alla cruda verità: noi abbiamo ucciso il
Figlio di Dio. Il nostro peccato lo ha portato sulla Croce.
Il mese di giugno, tradizionalmente dedicato al Sacro Cuore, offre alla nostra contemplazione il Cuore di Gesù "ricolmato di oltraggi, obbediente fino alla morte, annientato dalle nostre colpe, vittima per i peccatori, trafitto dalla lancia" (cfr. Litanie del Sacro Cuore).
Il Cuore di Figlio si lascia "uccidere" per soddisfare quella Giustizia che il Padre avrebbe dovuto indirizzare a noi.
Il
Cuore del Figlio, del quale l'uomo avrebbe dovuto avere rispetto, è
stato il Cuore umanamente più martoriato, psicologicamente più
maltrattato, spiritualmente più rinnegato.
E'
un Cuore sul quale l'umanità ha sfogato tutto il proprio voler
rifiutare Dio, la propria pretesa di libertà dal Creatore, la
presunzione di essere autosufficienti, autoctoni, quasi onnipotenti come
Dio.
Questo Cuore si è presentato a noi come Cuore di Bambino, per suscitare la nostra tenerezza e il nostro senso di protezione;
si
è mostrato come Cuore di Uomo capace di commuoversi delle miserie
altrui e di intervenire per risanarle, per innescare in noi il senso
della gratitudine;
si è offerto come Cuore che ama, per suscitare il nostro amore.
E nonostante tutto questo...noi lo abbiamo deriso, oltraggiato, disprezzato, calpestato.
Ma
questo Cuore ci ha dato un'altra possibilità: mostrandosi come Cuore
sofferente sulla Croce, come Cuore che si dona totalmente, fino al
Sangue e all'Acqua, ci ha dimostrato che il Suo amore è totale,
definitivo, fedele.
Ci ha manifestato che se l'uomo non è capace di fedeltà, Egli lo è, perchè "l'amore di Dio è per sempre" (cfr. Sal 136).
Noi siamo quelli chiamati ad accogliere l'eredità della Vigna, irrorata da quel Sangue fecondo scaturito dal Sacro Cuore.
Noi
che abbiamo ucciso il Cuore Umano del Figlio, siamo chiamati a regnare
per sempre accanto al Suo Cuore Risorto Umano e Divino.
Noi
che meritavamo di essere castigati per le nostre colpe, siamo invitati a
dissetarci a quei fiumi di acqua viva che sono sgorgati dal Costato di
Gesù, dal Suo Cuore "ricco di bontà e di amore" (cfr. Litanie).
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