"Gesù, quando ritorna al Cielo, porta al Padre un regalo.
Quale è il
regalo? Le sue piaghe.
Il suo corpo è bellissimo, senza lividi, senza le
ferite della flagellazione,
ma conserva le piaghe.
Quando ritorna dal
Padre gli mostra le piaghe e gli dice:
Guarda Padre, questo è il prezzo
del perdono che tu dai”.
Quando il Padre guarda le piaghe di Gesù ci
perdona sempre, non perché noi siamo buoni, ma perché Gesù ha pagato per
noi.
Guardando le piaghe di Gesù, il Padre diventa più misericordioso.
Questo è il grande lavoro di Gesù oggi in Cielo: fare vedere al Padre il
prezzo del perdono, le sue piaghe.
È una cosa bella questa che ci
spinge a non avere paura di chiedere perdono; il Padre sempre perdona,
perché guarda le piaghe di Gesù, guarda il nostro peccato e lo perdona".
(Papa Francesco, Regina Coeli 1 giugno 2014)
Mi
piace concludere il mese di giugno, dedicato al Sacro Cuore, con una
riflessione personale che introduco però, con le parole di Papa
Francesco.
Sono
le parole da lui pronunciate in occasione del Regina Coeli del 1
giugno...inizio del mese in cui la tradizione popolare ricorda con
particolare intensità ed affetto il Sacro Cuore.
Il Figlio ascende al Cielo, torna al Padre.
E'
come uno stratega, che rientrando dal Re gli espone l'esito della
missione presentandogli i tesori conquistati e gli armistizi di pace
siglati.
Le Sue Piaghe sono i Suoi tesori, il pegno della "conquista", della buona riuscita della Missione Salvifica.
La Passione e Morte di Cristo hanno riconciliato l'uomo con Dio.
Gesù
ha mostrato a tutti, con la Sua Vita e soprattutto con la Sua Passione e
Morte, l'Amore che il Padre ha per ciascuno dei Suoi Figli.
"Nel Cuore di Gesù è posto davanti a noi il centro del Cristianesimo.
In Esso è espressa tutta la novità che avviene nella nuova Alleanza.
Questo Cuore invoca il nostro cuore" ci spinge " a trovare nell'amore reciproco, la pienezza dell'amore".
(J.Ratzinger-Benedetto XVI "Mistero Pasquale e devozione al Cuore di Gesù" Ed.ADP)
Questa reciprocità è valida in primo luogo tra l'uomo e Dio.
"L'uomo è un cuore che adora Dio, Dio è un cuore che ama", scriveva don Barsotti.
Il nostro adorare Dio è amarLo nella maniera più elevata e sublime.
E' rispondere al Suo Amore.
E' rispondere al Suo Amore.
Gesù è venuto nel mondo per dirci e dimostrarci che Dio ci ama e per essere amato come Dio e come Uomo.
Ecco perché, tra le piaghe che Egli presenta al Padre, ascendendo al Cielo, vi è anche il Cuore trafitto.
La
piaga del Costato non è altro che la piaga del Cuore squarciato dalla
lancia del soldato romano, quando oramai Gesù ha già dato la Vita per
noi.
In
questo Cuore troviamo infatti il "segno" più bello della vittoria
riportata da Cristo e consegnata al Padre: quel Cuore è colmo dell'Amore
con cui Dio ha "amato di amore eterno" (Ger 31,3) e con cui gli uomini di tutti i tempi Lo hanno ricambiato.
Presentare
il Cuore al Padre equivale a presentare la corrente di amore che il
mistero dell'Incarnazione, Passione e Morte di Gesù hanno riattivato tra
la Santa Trinità e l'umanità.
Ecco perché è tanto importante la devozione al Sacro Cuore, come teneva a sottolineare anche Papa Pio XII nell'enciclica Haurietis Aquas:
"questo culto, considerato nella sua propria essenza, è
un atto
eccellentissimo della virtù di religione, cioè un atto di assoluta e
incondizionata
sottomissione e consacrazione da parte nostra all’amore del Redentore
Divino, di cui è indice e simbolo quanto mai espressivo il suo Cuore
trafitto; è vero
parimente, ed in un senso ancora più profondo, che tale culto è il
ricambio dell’amore nostro all’Amore Divino".
Se
parlassimo rimanendo su un piano umano, potrebbe portarsi un paragone
con quanto accade tra innamorati. L'uno dice all'altro: "ti porto nel
cuore".
Dio ci porta nel Cuore, in un Cuore reale, che ha Carne umana ed è anche Divino.
E'
nostro "dovere" amare questo Cuore che, come disse apparendo a Santa
Margherita Maria Alacoque, "ha tanto amato gli uomini ed è così poco
riamato da essi".
Gesù ha "sete" di amore: essere devoti del Sacro Cuore è molto più che recitare qualche preghiera.
E' amarLo in Sè Stesso e nei fratelli, perché Egli stesso ci ha detto: "Imparate da me, che sono mite e umile di cuore" (Mt 11,29) e "come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri". (Gc 13,34)
Il
Cuore di Gesù possa trovare in noi creature capaci di rispondere
all'amore eterno e fedele di Dio, consapevoli che amare è conoscere,
conoscere è amare è imitare, amare è servire.
Ci
aiuti Maria, il cui Cuore ha realmente battuto all'unisono con quello
del Figlio, nella gioia come nel dolore, sulla terra, come ora in Cielo.
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