Prosegue la pubblicazione di alcuni estratti della lettera per il mese di giugno scritta da Mons. Vincenzo Bertolone -
arcivescovo di Catanzaro-Squillace.
Qui trovate la seconda parte.
"Ecco lo spunto, suggeritoci dalla Madre, accanto al cui cuore era stato tessuto dallo Spirito Santo il piccolo Gesù: una vera sintonia di cuori, richiede di saper riconoscere per tempo l'ardere del cuore.
Per tempo, non troppo tardi.
Si tratta di riconoscere il Risorto dall'ardore sentito in cuire; quell'ardore, appunto, percepito mentre egli conversava con noi lungo la via".
Il Cuore di Cristo continua a comunicare con noi lungo la strada dell'esistenza: lo riusciamo a percepire?
Ne sentiamo il calore amoroso?
Ne gustiamo il profumo?
Egli si accosta a noi in maniera spesso imprevista, ci visita nei momenti inaspettati, nella richiesta dell'ospite improvviso, nella domanda di un boccone da parte del povero, nello sguardo di un bambino, nella richiesta senza parole di un giovane...
Egli si accosta a noi in maniera spesso imprevista, ci visita nei momenti inaspettati, nella richiesta dell'ospite improvviso, nella domanda di un boccone da parte del povero, nello sguardo di un bambino, nella richiesta senza parole di un giovane...
Sappiamo sentirne la presenza con le vie profonde e misteriore del cuore?
Eppure, ogni evento o persona ci pone di fronte a un appello da parte del Cuore di Gesù, che chiede al nostro cuore di vibrare, di riconoscerlo.
Egli ci chiederà ancora, nell'ultimo giorno, solamente se l'abbiamo identificato in chi aveva fame (di pane, ma anche di istruzione religiosa e di cultura); in chi aveva sente (di acqua, ma anche di affetto, comprensione e consolazione); in chi era straniero e domandava di essere accolto (ma anche di non essere respinto, di essere ascoltato, di essere capito dal suo punto di vista); in chi era nudo e chiedeva di essere rivestito (ma anche di essere restituito alla sua dignità ed umanità); in chi era malato o in carcere e domandava di essere visitato (ma anche di essere assistito decorosamente dal punto di vista sanitario e di essere imprigionato, sì, per espiare le colpe e recuperarsi, ma non per degradarsi e abbruttirsi)".
Egli ci chiederà ancora, nell'ultimo giorno, solamente se l'abbiamo identificato in chi aveva fame (di pane, ma anche di istruzione religiosa e di cultura); in chi aveva sente (di acqua, ma anche di affetto, comprensione e consolazione); in chi era straniero e domandava di essere accolto (ma anche di non essere respinto, di essere ascoltato, di essere capito dal suo punto di vista); in chi era nudo e chiedeva di essere rivestito (ma anche di essere restituito alla sua dignità ed umanità); in chi era malato o in carcere e domandava di essere visitato (ma anche di essere assistito decorosamente dal punto di vista sanitario e di essere imprigionato, sì, per espiare le colpe e recuperarsi, ma non per degradarsi e abbruttirsi)".
Nessun commento:
Posta un commento