- seconda parte
Benedetto XVI nella sua prima enciclica "Deus caritas est" senza citare l'enciclica di Pio XII entra direttamente nella tematica dell'Amore di Dio e e della necessità ecclesiale e individuale di una risposta a quell'Amore mediante il nostro operoso amore.
Per questo, senza occuparsi direttamente del culto al Sacro Cuore, in almeno tre passi, utilizza come normale nel suo linguaggio il simbolo del cuore.
Ci sembra utile richiamarli perché ci offrono lo spunto per riflettere sulla portata del culto al Sacro Cuore anche nel presente momento che la Chiesa sta vivendo.
Nel primo testo il Papa ci ricorda che "Chi vuol donare amore, deve egli stesso riceverlo in dono.
Certo, l'uomo può -come ci dice il Signore- divenire sorgente dalla quale sgorgano fiumi di acqua viva (cfr Gv 7,37-38).
Ma per divenire una tale sorgente, egli stesso deve bere, sempre di nuovo, a quella prima, originaria sorgente che è Gesù Cristo, dal cui cuore trafitto scaturisce l'amore di Dio". (cfr Gv 19,34) (Deus caritas est n.7)
E in tal modo ci mostra il senso dell'avvicinamento di due testi giovannei fondamentali nella devozione al Cuore di Cristo.
Nel secondo testo Benedetto XVI indica la simbologia del Cuore al centro della storia della salvezza: "Nella storia d'amore che la Bibbia ci racconta, Egli ci viene incontro, cerca di conquistarci -fino all'Ultima Cena, fino al Cuore trafitto sulla croce, fino alle apparizioni del Risorto..." (ibid. n 16)
E passando alla seconda parte descrive la nostra carità come la forma che armonizza il nostro cuore col cuore di Cristo: "Nelle riflessioni che precedono, abbiamo potuto fissare lo sguardo sul Trafitto (cfr Gv 19,37; Zc 12,10), riconoscendo il disegno del Padre che, mosso dall'amore (Cfr Gv 3,16), ha inviato il Figlio unigenito nel mondo per redimere l'uomo.
Morendo sulla croce, Gesù -come riferisce l'evangelista- emise lo spirito (Gv 19.39ì0),....Si sarebbe così attuata la promessa dei fiumi di acqua viva che, grazie all'effusione dello Spirito, sarebbero sgorgati dal cuore dei credenti (Gv 7,38-39).
Lo Spirito, infatti, è quella potenza interiore che armonizza il loro cuore col cuore di Cristo e li muove ad amare i fratelli come li ha amati Lui.... ".(ibid. n.19)
La H.A., nel suo spirito, anche se non in tutte le sue precisazioni, non avrebbe potuto essere commemorata in modo migliore ed assume così un valore attuale anche il culto al Cuore divino di Gesù, indice e simbolo del Dio che è Carità.
p. Mario Lessi Ariosto sj
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