martedì 30 giugno 2015

"L'AMORE UMANO E DIVINO DI GESU'". Omelia di don Pascual Chavez



Carissimi amici del blog, 
condivido con voi un dono ricevuto da una persona amica, che prima della solennità del Sacro Cuore ha voluto regalarmi un'omelia di don Pascual Chavez, Rettore Emerito della Congregazione Salesiana.
Si tratta del testo pronunciato proprio in occasione della Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù.
Ho pensato di pubblicarlo alla fine del mese, affinché il 30 giugno non rappresenti la pagina di chiusura della nostra devozione, ma un punto di continuità verso un amore che non può mai subire battute d'arresto.

Un grazie riconoscente alla persona che ha voluto metterci a parte di questa omelia.
Buona lettura!








«L'AMORE UMANO E DIVINO DI GESÙ»
Omelia nella Solennità del Sacro Cuore di Gesù
Os 11:1.3-4.8-9; Cant Is 12:2-6; Ef 3:8-12.14.19; Gv 19:31-37
(Omelia di don Pascual Chavez )


Carissimi fratelli,

nella solennità del Sacro Cuore di Gesù, celebriamo oggi con tutta la Chiesa l’esaltazione dell’Amore, che è una – e senza dubbio la più importante – delle quattro dimensioni fondamentali dell’uomo: la conoscenza, la libertà, l’amore e la fede. Essa mostra che tutto è dovuto all’amore: dal disegno originale di Dio alla creazione, alla redenzione, alla pienezza della comunione in Dio. Tutto questo splende nel cuore di Gesù. È quanto abbiamo pregato nella prima parte della orazione colletta: “O Padre, nel Cuore del tuo dilettissimo Figlio ci dai la gioia di celebrare le grandi opere del suo amore per noi”.

Certo, ci troviamo in un’epoca in cui la devozione al Sacro Cuore ha subito un calo notevole (basterebbe fare riferimento alla pratica del primo venerdì del mese, che oggi ormai passa inosservato, almeno in molti posti), anche per una certa contestazione dottrinale che ha messo in discussione la validità della relazione del cuore con l’amore, tenendo conto che nella Bibbia il cuore allude piuttosto ai pensieri e all’intimo della persona umana. Inoltre, a molti questa devozione, legata al simbolismo del cuore luogo dell’amore, sembra qualcosa di sentimentale. Si è detto anche che si tratta di una devozione che, guardando astrattamente all’amore di Gesù, non ha diritto di comparire nel ciclo liturgico, il quale considera gli eventi concreti della salvezza umana. Infine, altri affermano che, essendo una devozione legata ad apparizioni private, non obbliga la fede.

Eppure si deve dire, con il Papa Paolo VI, che il mistero della Chiesa non “può essere compreso come si deve se i fedeli non portano la loro attenzione a questo amore eterno del Verbo Incarnato, di cui il Cuore di Gesù ferito è simbolo luminoso”. Su questa linea il Concilio Vaticano II afferma che Gesù amò con cuore umano, indicando così l’oggetto di questo segno o mistero: il cuore umano di Gesù in quanto segno e prova del suo amore umano e divino (cfr. GS 22).

Il fondamento evangelico è quello che ci presenta il testo di Giovanni, secondo il quale tutti gli uomini sono attirati da Cristo che, come agnello pasquale, si è offerto per la salvezza del mondo, con una fecondità spirituale meravigliosa, capace di rendere possibile la nascita di una nuova umanità, che nasce proprio del cuore di Gesù.

«Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera ed egli sa che dice il vero perché anche voi crediate». Raramente sono usate parole così forti nei Vangeli, dopo il racconto di qualche episodio riguardante Gesù: trattasi perciò di un avvenimento di straordinaria importanza. Quale? «Venuti (i soldati) però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, a uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue ed acqua». L’avvenimento dunque è duplice: l’apertura del fianco di Cristo crocefisso; l’uscita da questa apertura di sangue ed acqua. Grande è veramente il mistero racchiuso!

La ferita inferta al costato è prima di tutto una porta aperta nella carne di Cristo, che ci consente di entrare in Lui. Entrando nel mistero di Cristo, noi, come dice l’Apostolo, siamo in grado “di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo”. L’apertura del suo fianco ci scopre definitivamente il suo cuore: i suoi pensieri, i suoi progetti. Attraverso un suo profeta, il Signore ci aveva detto: “Io ho progetti di pace e non di sventura; voi mi invocherete e io vi esaudirò”.

La ferita inferta al costato è anche fonte da cui sgorga acqua e sangue. Dal Cuore di Cristo viene effusa l’acqua che dona la vita ed il sangue che purifica. Nel deserto, il popolo ricevette l’acqua da una roccia che, colpita, si aprì e ne scaturì un fiume: nel pellegrinaggio della nostra vita la roccia che è Cristo si è aperta e da essa sgorga l’acqua che ci disseta. Gesù l’aveva promesso alla Samaritana. È l’acqua dello Spirito Santo. E al contempo esce anche sangue: cioè il sacramento dell’Eucarestia che ci consentirà di partecipare sempre all’amore del Crocefisso.

Ascoltiamo quanto insegna S. Agostino: «Nel costato di Cristo fu come aperta la porta della vita, donde fluirono i sacramenti della Chiesa ... Quel sangue è stato versato per la remissione dei peccati; quell’acqua tempera il calice della salvezza ed è insieme bevanda e lavacro... Il secondo Adamo, chinato il capo, si addormentò sulla croce, perché così, con il sangue e l’acqua che sgorgano dal suo fianco, fosse formata la sua sposa. O morte, per cui i morti riprendono vita! Che cosa c’è di più puro di questo sangue? Che cosa c’è di più salutare di questa ferita?» (In Iohannis Evangelium, 120,2).

Il Cuore di Gesù sta quindi a simboleggiare l’immenso amore con cui il Padre ha tanto amato il mondo da dare il suo unigenito Figlio e allo stesso tempo l’amore infinito di Gesù che “dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Gv 13,1). Lui stesso descriverà in questa maniera la sua morte, come espressione suprema di amore: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13).

Se è vero che, a livello semplicemente biologico, il cuore non ha niente a che fare con l’amore ma piuttosto con la vita, usato metaforicamente il simbolo del cuore diventa più ricco e carico di significato. Infatti, l'amore è la forza più vivificante, più del cuore stesso. L’amore è, dice San Paolo nella lettera ai Corinzi, l’unico carisma capace di sopravvivere alla morte, proprio perché è più forte della morte. Questo è il suo primato, questo è il suo valore assoluto, tolto il quale neppure i più grandi carismi servono a niente: “Se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi l'amore, non sono nulla” (1 Cor 13, 2).

Ma va detto che l'amore – libero per sua natura – è il dono più esigente, perché non può essere comprato con nulla e può essere ripagato soltanto con l’amore. Questo è il significato dell’eloquente brano di Osea, in cui il profeta fonde insieme la tenerezza e la passione di Dio: “Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione”. Gli uomini amati da Dio, il popolo colmato di amore e di cure, non hanno corrisposto. Ma Dio – “che è Dio e non uomo”, secondo parole del profeta –, ama appassionatamente e vincerà col suo amore le ingratitudini e l’egoismo. Anzi, li salverà facendo maturare gli uomini nell’amore.

Il Cuore di Gesù, come segno e simbolo dell'amore di Gesù che “ci amò sino a dare se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore” (Ef 5,2), diventa così l’espressione più sublime e definitiva dell’amore umano e divino di Gesù per ognuno di noi, così come lo sentiva Paolo fino a scrivere: “Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?... Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm 8, 35-39). Ed era proprio questo amore che lo portava dopo ad amare i suoi con affetto profondo e dedizione zelante.

La magnifica pagina della lettera agli Efesini fa sentire, in questa stessa linea, ai cristiani che sono tutti avvolti in un immenso, tenero e forte amore, che sorpassa ogni conoscenza e che ricolma gli uomini di tutta la pienezza di Dio.

Forse la devozione al Sacro Cuore di Gesù dovrà trasformarsi, purificarsi di ogni espressione sentimentale ed arricchirsi biblicamente e teologicamente, ma deve essere conservata e diffusa come manifestazione suprema dell’amore sensibile, umano, di Gesù, che si donò al Padre e a noi. Potrebbe essere una devozione molto giovanile, capace di attirare i giovani, così sensibili all’amore ed al simbolo del cuore, ad “attingere con gioia alle sorgenti della salvezza”, che si trova soltanto nell’amore effettivo, quello che si fa oblazione di sé e non possesso degli altri.

La sete di vita e di felicità di tutte le persone, specialmente quella dei giovani, è una sete di amore, ma solo un amore vero, grande, profondo, duraturo, rende felici. E gli uomini fanno purtroppo ininterrottamente due costatazioni: un amore veramente pieno non esiste o non dura, perché pur sempre troncato dalla morte; inoltre l’amore subisce tutti gli attentati che lo degradano, lo sviliscono, lo uccidono. A questo punto, la fede viene a dirci che su questo l’uomo ha bisogno di essere liberato, reintegrato, restaurato, redento; che l’uomo deve imparare ad amare con sincerità e pienezza, ma che il suo amore non sarà tale se non è integrato nell’amore di Dio; e ancora che Dio si è fatto uomo per insegnarci che cosa è l’amore, come si ama.

Sembra che per noi salesiani questa devozione sia stata così familiare da essere stata assimilata all’icona del Buon Pastore “che conquista con la mitezza e il dono di sé” (C. 11), e alla carità pastorale (C. 14). La riflessione sulla vita di Don Bosco ci permette di verificare fino a che punto il nostro Fondatore si è ispirato in modo cosciente alla carità del Cristo.

Sembra opportuno qui richiamarci allo stemma della Congregazione che reca il busto di San Francesco di Sales e un cuore da cui escono fiamme, e all’art. 4 delle Costituzioni che ricorda appunto lo ‘zelo’ di San Francesco di Sales. La carità apostolica, che è al centro del nostro spirito, corrisponde esattamente a ciò che il nostro Patrono chiamava, secondo il linguaggio del tempo, ‘devozione’. Sembra perciò valido dire che la devozione al Sacro Cuore è molto salesiana, e segno di questo non sono soltanto la dedizione e le fatiche di Don Bosco per portare avanti la costruzione della Basilica al Cuore di Gesù, e il cuore che appare nello stemma, ma anche la dedicazione al Sacro Cuore di tutte le case di formazione della Congregazione, appunto perché al centro del nostro spirito si trova la carità pastorale, che “trova il suo modello e la sua sorgente nel cuore stesso di Cristo”, e che è “uno slancio apostolico che ci fa cercare le anime e servire Dio solo” (C. 10).

Guardare a Cristo modello vuol dire ricordare che il cammino di santificazione a cui siamo chiamati è un cammino di ‘cristificazione’, fino a dire come Paolo: “non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). La nostra vita e la nostra vocazione è una continuazione della missione di Cristo, nel predicare, nell'educare, nel salvare. Perciò la nostra missione consiste non nel fare cose, pur abbaglianti, ma nell’essere segni e portatori dell’amore di Dio ai giovani.

Concludo invitandovi a fare nostra la preghiera dell’Apostolo che chiedeva per i cristiani di Efeso “che il Cristo abitasse per la fede nei loro cuori e così, radicati e fondati nella carità, fossero in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché fossero ricolmi di tutta la pienezza di Dio” (cfr. Ef 3, 17-19).


Don Pascual Chávez V., SDB
Roma, San Tarcisio – 12 giugno 2015

venerdì 12 giugno 2015

FIGLIO MIO, DAMMI IL TUO CUORE (Prv 23,26) - Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù




Nella Nuova Vulgata il versetto 26 del capitolo 23 dei Proverbi, viene così riportato:
"Figlio mio, dammi il tuo cuore".
Alla base di tutta la vita "umana", ma anche divina di Gesù ritroviamo esattamente questo mistero, quello di un Figlio che ha donato tutto il Suo Cuore al Padre, con tutto l'amore di cui era capace. Un amore divino, sì, ma anche umano.

Sacro Cuore di Gesù, del Rohden. La tela sovrasta l'Altare maggiore della Basilica del Sacro Cuore a Roma.
In basso, sorretta da un angelo, la scritta "Praebe, Fili mi, Cor tuum Mihi": "Figlio mio, dammi il tuo cuore".
Foto dal sito della Basilica

Pensiamo alle tentazioni molteplici che il Cuore umano di Cristo dovette patire e che vinse: esse son ben più numerose delle tre che i Vangeli ci descrivono ed è in modo particolare Luca che ce lo fa comprendere, sottolineando, nell'incipit della pericope che:
"Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo" (Lc 4,1-3).
Alla fine di questi quaranta giorni il diavolo sferrò le tre grandi tentazioni del cibo, del potere, della superbia,  ma comprendiamo dal Vangelo che tutto quel lasso di tempo fu una continua preghiera, penitenza e tentazione per Gesù.
Questi dettagli ci conducono su un altro mistero taciuto dagli evangelisti: le tentazioni durante l'intera vita di Cristo.
Satana non seppe fin da subito che Gesù era Figlio di Dio. Lo si evince dai Vangeli e vari santi e scrittori spirituali attestano che la sua nascita in umili condizioni fosse proprio stata voluta da Dio per garantire quella "vita nascosta" che Gesù condusse per ben trent'anni.
Ma se il "mestiere" del demonio è quello di tentare tutti gli uomini per indurli al male e farli cadere nel peccato, allora è naturale che abbia agito così anche con Cristo, che non solo era considerato un uomo, ma, pur essendo anche Dio, possiede realmente la natura umana.
Di più: trovandosi dinanzi ad un Uomo dalle virtù perfette, maggiori saranno state le tentazioni sferrate dal diavolo, tentazioni proporzionate a quell'incomparabile, perfetto grado di santità in cui Cristo viveva.
Gesù - non dimentichiamolo - in quanto Uomo godeva del libero arbitrio, al pari di tutto il genere umano.
Il Suo Cuore avrà vissuto come ogni cuore umano le tentazioni che il diavolo è solito scatenare all'interno delle creature, ed in sommo grado, proprio perché somma era la purezza e la bontà di Cristo.
Le tre tentazioni nel deserto ne sono la conferma: il demonio - che ora sa chi è Gesù - propone delle suggestioni umanamente impossibili, suggerisce delle seduzioni estreme, perché estrema è la santità di Colui che egli tenta.
Dunque, trovandosi dinanzi ad un Uomo dalle virtù coltivate in sommo grado, dalla perfezione mai vista sulla terra...certamente le tentazioni scatenate dal demonio contro Cristo saranno state le più grandi mai patite da ogni comune mortale.
Se il Cuore di Gesù è "mite ed umile" è dunque sia perché tale era la Sua perfetta natura umana, sia perché, giorno dopo giorno Egli ha rifiutato ogni suggestione diabolica, reagendo con mitezza all'ingratitudine umana che il demonio sfruttava per tentarlo di superbia o d'ira; e con umiltà ad ogni lode e adorazione di quanti credevano in Lui, tutti aspetti che Satana voleva sfruttare per tentare Gesù di superbia.
Se proviamo per un attimo ad immaginare la somma di tutte le tentazioni umanamente subite da Gesù (ed è ovvio che Egli le abbia subite, essendosi caricato di tutti i peccati degli uomini), possiamo dire che se Egli le vinse fu proprio perché - umanamente parlando - rimase "fedele" a quel grande amore che lo lega, in quanto Figlio, al Padre, a quella richiesta "Dammi il tuo cuore"!
Satana ha tentato di sviare quel cuore dal cuore di Dio, ma Cristo è rimasto Cuore di Figlio, fedele al Padre; Cuore di Sposo fedele alla Chiesa; Cuore di Padre - perché del Padre ci mostra il cuore!- fedele ai suoi figli; Cuore di Amico fedele agli amici fino a dare la vita per loro; Cuore di creatura fedele alla fedeltà di Dio.
Gesù ha dato tutto il Suo Cuore al Padre...e così facendo lo ha donato anche a ciascuno di noi.
Lo ha fatto per amore, perché in Lui si realizza quell'espressione colma di senso che spesso si dicono gli innamorati: "Ti dono per sempre il mio cuore" o "il mio cuore è nelle tue mani".

Quest'oggi, Solennità del Sacro Cuore di Gesù, meditiamo su come anche noi - ad imitazione di Cristo - siamo chiamati a dare il nostro cuore al Padre ed in questa donazione a Dio siamo chiamati anche a renderci dono per i nostri fratelli.
Cristo non ha avuto timore di amare fino in fondo, donando quel Cuore preziosissimo al Padre, e donandolo a noi, affinché ne sappiamo fare tesoro, anzi, affinché sappiamo arricchirci dei tesori inesauribili in Esso contenuti.
Possiamo fare altrettanto anche noi, vincendo le innumerevoli tentazioni che ogni giorno il demonio ci propone, ricordando che se noi siamo uomini, anche Gesù lo era quando fu tentato (e lo è ora che è stato glorificato!): "In Cristo noi contempliamo la fedeltà di Dio. Ogni gesto, ogni parola di Gesù lascia trasparire l’amore misericordioso e fedele del Padre.
E allora dinanzi a Lui ci domandiamo: com’è il mio amore per il prossimo? So essere fedele? Oppure sono volubile, seguo i miei umori e le mie simpatie? Ciascuno di noi può rispondere nella propria coscienza. Ma soprattutto possiamo dire al Signore: Signore Gesù, rendi il mio cuore sempre più simile al tuo, pieno di amore e di fedeltà."
(Papa Francesco, Omelia per la Solennità del Sacro Cuore di Gesù, 27 giugno 2014)
Se sapremo essere fedeli in questa donazione del cuore, intesseremo un dialogo d'amore con il Cuore che, più di tutti, ci ha amati e ci ama.

BUONA SOLENNITA'  A TUTTI!



PREGHIERA AL SACRO CUORE

della Beata Eugenia Ravasco


O Signore, fa' che tante anime 
sviate dal retto cammino trovino nel vostro Ss. Cuore 
quella pace e gioia 
che inutilmente cercano lontano da te.
Per i meriti della tua passione
eusaudisci speciali misericordie 
facendoci strumenti abili a moltiplicare e dilatare 
la tua gloria, 
e soprattutto infiammaci d'amore santo 
onde vivere e morire per Dio solo.

Pater, Ave, Gloria

giovedì 11 giugno 2015

NOVENA AL SACRO CUORE- nono giorno: il Cuore di Cristo è il paradigma di Dio in terra


PREGHIERA AL SACRO CUORE
della Beata Eugenia Ravasco

O Signore, fa' che tante anime 
sviate dal retto cammino trovino nel vostro Ss. Cuore 
quella pace e gioia 
che inutilmente cercano lontano da te.
Per i meriti della tua passione
eusaudisci speciali misericordie 
facendoci strumenti abili a moltiplicare e dilatare 
la tua gloria, 
e soprattutto infiammaci d'amore santo 
onde vivere e morire per Dio solo.

Pater, Ave, Gloria
 
 
 
 
 
 
Meditiamo insieme a Giovanni Battista Montini - Paolo VI:
(da "La devozione al Sacro Cuore nei discorsi di Papa Montini, LEV, 1977, pp.39-40)
 
  
"Gesù è venuto nel mondo e il mondo non lo volle ricevere.
L'hanno condannato come un impostore, un blasfemo e come un nemico del popolo, un nemico di Cesare, un nemico di tutti. 
Questa è stata l'accoglienza che il genere umano ha fatto a Gesù.
E Gesù paziente, Gesù venendo in mezzo agli uomini ha stima degli uomini.
Sappiamo quanta confidenza sia scaturita dal suo cuore sugli uomini. Se c'è davvero conforto dopo venti secoli per te, uomo così caduco, così infelice, è perché c'è qualcuno che ti compatisce, c'è qualcuno che ti vuol bene, qualcuno che ti aspetta, che è ancora capace di sollevarti e di perdonarti.
Questo qualcuno è Gesù, è Cristo, è il Cuore del Signore.
Sappiamo di tante anime che hanno accettato di avvicinarlo, di andare a lui con la testa china, col passo trepidante, e che hanno trovato il Signore pronto ad accoglierli e a consolarli. 
Gesù è il paradigma di Dio in terra".

mercoledì 10 giugno 2015

NOVENA AL SACRO CUORE- ottavo giorno: "Mite e umile di cuore"...


PREGHIERA AL SACRO CUORE
della Beata Eugenia Ravasco


O Signore, fa' che tante anime 

sviate dal retto cammino trovino nel vostro Ss. Cuore 

quella pace e gioia 

che inutilmente cercano lontano da te.

Per i meriti della tua passione

eusaudisci speciali misericordie 

facendoci strumenti abili a moltiplicare e dilatare 

la tua gloria, 

e soprattutto infiammaci d'amore santo 

onde vivere e morire per Dio solo.



Pater, Ave, Gloria

 

 

 

 

 
 
Meditiamo insieme a Giovanni Battista Montini - Paolo VI:
(da "La devozione al Sacro Cuore nei discorsi di Papa Montini, LEV, 1977,pp.35-36)
 
  
"Come ci raffiguriamo Cristo Gesù? Quale è l'aspetto caratteristico di lui, come risulta dal Vangelo? Come a prima vista si presenta Gesù?
Una volta ancora le sue stesse parole ci aiutano: Io sono mite e umile di cuore (Mt 11,29).
Gesù vuole essere guardato così, anche se la visione di Lui che ci dà l'Apocalisse riempie di forma e di luce la sua figura celeste (Ap 1,12).
Questo aspetto dolce, buono e soprattutto umile si impone come essenziale. Meditando si avverte che esso manifesta ed insieme nasconde un mistero fondamentale relativo a Cristo, quello della Incarnazione, quello del Dio umile, mistero che foverna tutta la vita e la missione di Cristo.
Gesù è l'uomo buono per eccellenza: ed è perciò che Egli è disceso al livello infimo anche della scala umana: si è fatto bambino, si è fatto povero, si è fatto paziente, si è fatto vittima perché nessuno dei suoi fratelli in umanità potesse sentirlo superiore o lontano. Si è messo ai piedi di tutti.
Non è da stupire se l'iconografia di Cristo abbia sempre cercato di interpretare questa mansuetudine, questa estrema bontà.
L'intelligenza mistica di lui è arrivata a contemplarlo nel cuore e a fare per noi moderni, sentimentali e psicologi sempre polarizzati verso la metafisica dell'amore, del culto al Sacro Cuore, il focolare ardente e simbolico della devozione e della attività cristiana". 

martedì 9 giugno 2015

NOVENA AL SACRO CUORE- settimo giorno: Gesù ci amati con Cuore d'uomo



PREGHIERA AL SACRO CUORE
della Beata Eugenia Ravasco


O Signore, fa' che tante anime 
sviate dal retto cammino trovino nel vostro Ss. Cuore 
quella pace e gioia 
che inutilmente cercano lontano da te.
Per i meriti della tua passione
eusaudisci speciali misericordie 
facendoci strumenti abili a moltiplicare e dilatare 
la tua gloria, 
e soprattutto infiammaci d'amore santo 
onde vivere e morire per Dio solo.

Pater, Ave, Gloria
 
 
 
 
 
 
Meditiamo insieme a Giovanni Battista Montini - Paolo VI:
(da "La devozione al Sacro Cuore nei discorsi di Papa Montini, LEV, 1977, p. 34)
 
  
"Se uno capisce di essere stato amato: amato fino a un grado supremo e impensabile, fino alla morte, silenziosa, gratuita, crudele e sofferta, fino a una consumazione totale (cfr. Gv 19,30) da Chi nemmeno noi conoscevamo, e conosciutolo l'abbiamo negato e offeso, se uno, diciamo, comprende d'essere oggetto di tale amore, di tanto amore, non può più restare tranquillo. 
Questa è l'origine del culto al Sacro Cuore di Gesù, quando sappiamo che il termine cuore è simbolo, segno, sintesi della nostra redenzione vista nella divina e umana interiorità di Cristo. Gesù ci ha amati, dice il Concilio, anche con cuore d'uomo (Guadium et Spes, n.22). E come!".

lunedì 8 giugno 2015

NOVENA AL SACRO CUORE- sesto giorno: Il Cuore umano di cristo pulsa di Amore divino




PREGHIERA AL SACRO CUORE
della Beata Eugenia Ravasco


O Signore, fa' che tante anime 
sviate dal retto cammino trovino nel vostro Ss. Cuore 
quella pace e gioia 
che inutilmente cercano lontano da te.
Per i meriti della tua passione
eusaudisci speciali misericordie 
facendoci strumenti abili a moltiplicare e dilatare 
la tua gloria, 
e soprattutto infiammaci d'amore santo 
onde vivere e morire per Dio solo.

Pater, Ave, Gloria
 
 
 
 
 
 
Meditiamo insieme a Giovanni Battista Montini - Paolo VI:
(da "La devozione al Sacro Cuore nei discorsi di Papa Montini, LEV, 1977, p.29)
 
  
"L'escursione nei grandi orizzonti della storia, ci conduce ancora a questa parola tanto ripetuta, tanto abusata, la parola amore che, compresa nella sua vera e più alta espressione, è parola divina.
Dio è amore.
L'amore è al centro ideale di tutto il sistema umano concepito in funzione della sua perfezione. E non solo ideale, ma reale.
Un Cuore vivo, sanguinante e vivificante, palpita nella umanità. E' quel Cuore che davvero ha amato il mondo. E' il Cuore umano di Cristo che pulsa di Amore divino.
Ricordiamolo per capire il segreto del monto e per mettere, con la Madonna, il nostro cuore all'unisono con quello di Cristo".

domenica 7 giugno 2015

NOVENA AL SACRO CUORE- quinto giorno: la devozione al Sacro Cuore è scuola di amore - Il nesso tra la Santa Eucarestia e il culto al Sacro Cuore




PREGHIERA AL SACRO CUORE
della Beata Eugenia Ravasco






O Signore, fa' che tante anime 
sviate dal retto cammino trovino nel vostro Ss. Cuore 
quella pace e gioia 
che inutilmente cercano lontano da te.
Per i meriti della tua passione
eusaudisci speciali misericordie 
facendoci strumenti abili a moltiplicare e dilatare 
la tua gloria, 
e soprattutto infiammaci d'amore santo 
onde vivere e morire per Dio solo.

Pater, Ave, Gloria

 



 

Meditiamo insieme a Giovanni Battista Montini - Paolo VI:

(da "La devozione al Sacro Cuore nei discorsi di Papa Montini, LEV, 1977, pp.23-24; 30)

 

  
"Sarà bene ricordare la dottrina; e cioè quale sia il culto dovuto all'umanità di cristo, e quale perciò quello dovuto al suo Cuore, precisando come l'ossequio reso al Sacro Cuore fisico di Gesù si arricchisca di un motivo spirituale d'altissimo significato, quello del valore simbolico che si vuol riconoscere al cuore, l'amore cioè che in Cristo assume divine profondità. Si dovrà così spiegare non solo la legittimità, ma altresì l'utilità d'una tale devozione, che c'introduce nella vita interiore di Gesù e nella ragione misteriosa e riassuntiva di tutta l'economia della redenzione, non che nelle stesse altezze teologiche di quel Dio, che, all'epiologo della sua rivelazione, possiamo definire carità.
Sarà facile così dedurre quale debba essere la nostra risposta ad una religione che si riassume in un infinito atto di amore, e che trova umana espressione nel cuore del Verbo incarnato.
Dio ci ha amati per primo.
Il cristiano è invitato a dilatarsi nell'amore di Cristo, proprio perché l'amore di Cristo gli è presentato in modo così espressivo ed incalzante.
La devozione al Sacro Cuore diventa scuola di amore a Cristo: tal è il fine prossimo e soggettivo di questo culto: e nessun altro fine può essere per noi più caro, più urgente, più provvido".
(Messaggio per la festa del S. Cuore nel centenario della istituzione, 1956)  


"E' sempre chiaro e utile a ricordarsi l'intimo nesso che unisce la santissima Eucarestia al culto del Sacro Cuore di Gesu'; esso è il vivace indice e segno dell'amore con il quale il Divino Redentore ci segue.
L'atto del supremo amore col quale il Salvatore effonde tutte le ricchezze del suo Cuore, è stato la istituzione di questo adorabile Sacramento".

sabato 6 giugno 2015

NOVENA AL SACRO CUORE DI GESU'- quarto giorno: Conoscere il Cuore dal cuore...




PREGHIERA AL SACRO CUORE
della Beata Eugenia Ravasco


O Signore, fa' che tante anime 
sviate dal retto cammino trovino nel vostro Ss. Cuore 
quella pace e gioia 
che inutilmente cercano lontano da te.
Per i meriti della tua passione
eusaudisci speciali misericordie 
facendoci strumenti abili a moltiplicare e dilatare 
la tua gloria, 
e soprattutto infiammaci d'amore santo 
onde vivere e morire per Dio solo.

Pater, Ave, Gloria
 
 
 
 
 
 
Meditiamo insieme a Giovanni Battista Montini - Paolo VI:
(da "La devozione al Sacro Cuore nei discorsi di Papa Montini, LEV, 1977, pp.15-16)
 
  
"Se cuore è la parola che ci indica di più le intenzioni del Signore, è segno che queste hanno qualche cosa di nascosto, hanno qualche cosa che si deve esplorare in una precisa maniera; non tutti arrivano a comprendere quelle intenzioni se quella data maniera non seguono.
Quando si vuol conoscere il cuore di una persona, bisogna appunto seguire le vie del cuore, che sono le vie interiori, le vie intime, le vie nascoste ai profani, le vie che iniziano ad una conoscenza psicologica interiore e tanto commovente. Questo sì, indica piuttosto una novità, non di sostanza ma di scuola, di forma, nella esposizione della pietà e della teologia cattolica".

venerdì 5 giugno 2015

NOVENA AL SACRO CUORE DI GESU'- terzo giorno: IL CUORE COME SIMBOLO DELL'AMORE SCONFINATO DI DIO




PREGHIERA AL SACRO CUORE
della Beata Eugenia Ravasco

O Signore, fa' che tante anime 
sviate dal retto cammino trovino nel vostro Ss. Cuore 
quella pace e gioia 
che inutilmente cercano lontano da te.
Per i meriti della tua passione
eusaudisci speciali misericordie 
facendoci strumenti abili a moltiplicare e dilatare 
la tua gloria, 
e soprattutto infiammaci d'amore santo 
onde vivere e morire per Dio solo.

Pater, Ave, Gloria
 
 
 
 
 
 
Meditiamo insieme a Giovanni Battista Montini - Paolo VI:
(da "La devozione al Sacro Cuore nei discorsi di Papa Montini, LEV, 1977, p15)
 
  
"Questa parola cuore, e parliamo del cuore fisico del Signore, è sì oggetto di adorazione, perché il cuore è parte di quella umanità che era vivente nella persona del Verbo di Dio e perciò adorabile, come potrebbe essere adorabile la mano di Cristo che ha dispensato miracoli e grazie, come potrebbe essere adorabile la sua testa incoronata di spine e fiammeggiante di parole e di bontà. Adorabile: ma non è questa la estrema tappa della devozione.
Il Cuore qui serve come linguaggio, serve per colorire e riempire una espressione, per rendere facile una cosa estremamente delicata e difficile, per dire tutto questo immenso disegno di amore e dirlo in una parola sola.
Nel linguaggio umano, la parola più felice e più facile insieme è la parola cuore.
E allora il cuore serve per simbolo, serve per segno, non tanto per arrestare lì la nostra attenzione quasi lo dovessimo contraddistinguere e da Cristo stessa e da altre considerazioni sulla teologia cristiana, ma piuttosto per facilitare una comprensione ed emettere, direi, una moneta di facile corso, nella comprensibilità del popolo cristiano".